Detenuto evade dall'ospedale di Rimini e viene ripreso dopo poche ore nella colonia abbandonata dove era stato arrestato il giorno prima. La fuga, durata lo spazio di un pomeriggio, si è conclusa con un nuovo fermo da parte delle forze dell'ordine che hanno perquisito lo stabile disabitato dove l'uomo si era rifugiato.
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Redazione Interno
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Un detenuto marocchino di trentotto anni, Salaheddine Khald, ha approfittato di una visita medica urgente presso l'ospedale Infermi di Rimini per darsi alla fuga, eludendo la sorveglianza degli agenti della Polizia Penitenziaria che lo accompagnavano.
L'episodio, avvenuto nella mattinata del 12 dicembre, ha immediatamente attivato un imponente dispiegamento di uomini e mezzi delle forze dell'ordine, le quali hanno avviato senza indugio le ricerche per ricondurre in carcere l'evaso, che sconta una condanna per rapina e falsificazione di documenti con scadenza nel luglio del 2029. newsrimini +3
La caccia all'uomo nel sud della città
La ricerca, condotta dalle volanti della Polizia di Stato in stretta collaborazione con gli agenti penitenziari, si è concentrata nella zona meridionale del riminese, un'area che comprende diverse strutture dismesse e poco frequentate, particolarmente nella bassa stagione turistica.
L'operazione, che ha tenuto in apprensione i residenti della zona, si è basata su un meticoloso rastrellamento del territorio, il cui esito non si è fatto attendere oltre il primo pomeriggio.
Gli investigatori, infatti, hanno circoscritto il perimetro d'azione individuando presto il rifugio dell'uomo, il quale, come emerso, non si era allontanato eccessivamente dal luogo dell'evasione, preferendo nascondersi in un edificio a lui già noto. corriereromagna +3
L'arresto nello stabile già teatro del fermo precedente
Il luogo del ritrovamento, una colonia abbandonata vicina al mare, non è stato scelto a caso dal fuggiasco, il quale vi era stato arrestato soltanto la sera precedente. Quel fermo, eseguito per cumulo di pene, aveva portato l'uomo a scontare un'ulteriore condanna di tre anni e mezzo per reati di tipo predatorio.
Ritornare nello stesso edificio, probabilmente ritenuto un nascondiglio sicuro e conosciuto nei dettagli, si è rivelata una mossa fallimentare, poiché le forze dell'ordine, una volta messa a fuoco l'area, hanno potuto circondare lo stabile e catturare l'uomo, il quale è stato trovato in possesso di un'arma.
L'intervento, svoltosi senza particolari incidenti, ha permesso di riportare in carcere il detenuto, chiudendo così una vicenda che aveva mobilitato numerosi agenti per diverse ore. viaggiemiraggi +3
Le questioni di sicurezza sul tavolo delle istituzioni
L'episodio riaccende i riflettori, come spesso accade in casi analoghi, sulle procedure di sicurezza durante le trasferte dei detenuti verso strutture sanitarie esterne alle carceri, un momento critico in cui il rischio di tentativi di evasione aumenta in maniera considerevole.
Il fatto che l'uomo, classificato come senza fissa dimora, sia riuscito a svincolarsi, seppur per un lasso di tempo breve, evidenzia le difficoltà operative che si possono presentare, sottolineando al contempo l'efficacia della risposta coordinata tra i diversi corpi di polizia.
La rapidità della ri-cattura, peraltro, non deve far passare in secondo piano l'esigenza di una costante valutazione dei protocolli, i quali devono tenere conto della pericolosità dei soggetti e delle specifiche circostanze legate al loro trasferimento temporaneo fuori dal circuito penitenziario. giornalesm +3




