Raoul Bova ad Atreju: "Ucciso" dal ricatto, la solitudine dopo gli audio falsi

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Redazione Cultura e Spettacolo Redazione Cultura e Spettacolo   -   L'attore, intervenendo al panel della festa di Fratelli d'Italia, ha raccontato senza filtri la propria esperienza di vittima, descrivendo un clima di ostilità digitale che trasforma con facilità la civiltà in barbarie.

Bova ha infatti subito un ricatto legato a dei falsi audio, diventati noti per la frase "occhi spaccanti", che non ha inteso pagare; una scelta, questa, che lo ha esposto a una campagna di discredito e derisione di cui ha patito le conseguenze in solitudine.

Ha dichiarato di essersi sentito, usando le sue stesse parole, "sbeffeggiato", "massacrato" e "umiliato" da una macchina del fango online che opera spesso nell'anonimato.

La sua testimonianza, che ha toccato i temi dell'odio sui social, della web reputation e della pericolosa diffusione dei deep fake, è stata un punto centrale dell'incontro voluto da Arianna Meloni, la quale ha moderato il dibattito in una sala gremita oltre ogni aspettativa. repubblica +3

Un pubblico variegato e la presenza di Anna Paratore

La sala "Giustizia giusta" ad Atreju ha registrato il tutto esaurito ancor prima dell'inizio dell'evento, richiamando curiosi, fan e numerosi esponenti politici. Tra il pubblico, infatti, sedevano anche alcuni parlamentari e, in prima fila, Anna Paratore, madre della premier Giorgia Meloni e di Arianna.

La signora Paratore è diventata involontariamente protagonista di un fugace scambio con i cronisti, rispondendo con ironia romana alla domanda sull'orgoglio per le figlie. Una presenza, la sua, che ha attirato non poca attenzione, in un contesto dove il dibattito ufficiale era però focalizzato sulle insidie del web. sofiaoggi +3

Le proposte politiche per un'identità digitale verificata

L'intervento di Bova ha offerto lo spunto per presentare una linea d'azione politica concreta. Fratelli d'Italia, attraverso i suoi rappresentanti, ha illustrato la proposta di un'identità digitale obbligatoria per l'accesso ai social network, concepita come strumento di difesa contro gli abusi e l'anonimato malevolo.

L'obiettivo dichiarato è quello di ricondurre la responsabilità delle proprie azioni in rete a una persona fisica identificabile, contrastando così la deriva di odio e falsificazione che strumenti come i deep fake alimentano.

Una misura che si propone di porre un argine giuridico e tecnico a fenomeni di ricatto e diffamazione sistematica, simili a quello subito dall'attore. repubblica +3

Il racconto di un'esperienza personale come caso emblematico

La vicenda di Bova, per quanto personale, è stata trattata come un caso emblematico delle distorsioni possibili nell'era digitale. L'attore ha spiegato come una sua frase privata, per di più estrapolata e manipolata, sia bastata a innescare un meccanismo di gogna pubblica e di pressione illegale.

Ha sottolineato la sproporzione tra la banalità dell'espressione originale e la portata devastante delle conseguenze, vissute nell'isolamento.

Il suo racconto ha dunque fornito una narrazione concreta a un dibattito spesso astratto, mostrando come la tecnologia, quando usata per fini illeciti, possa ledere in profondità la sfera individuale e professionale di una persona, indipendentemente dalla sua notorietà. repubblica +3