Lista degli stupri, un altro caso a Roma: al liceo Carducci scritte con i nomi di due ragazze
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Redazione Interno
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Una nuova, inquietante emulazione del caso del liceo Giulio Cesare si è materializzata in un altro istituto superiore della capitale, gettando un'ombra pesante su un ambiente che dovrebbe essere dedicato all'apprendimento e alla crescita.
Nel bagno maschile del terzo piano del liceo Carducci, situato in via Asmara nel quartiere Africano, sono comparse ieri, mercoledì 10 dicembre, due scritte che ripropongono il macabro schema della "lista degli stupri", con un'aggravante che ne intensifica la carica violenta e denigratoria.
Su una delle scritte, infatti, erano stati apposti i nomi di due studentesse, particolari che sono stati in un secondo momento cancellati, sempre a pennarello, presumibilmente dagli stessi autori dell'atto, secondo quanto riportato dalle segnalazioni pervenute.
L'episodio, che ricalca un modus operandi già visto, non rappresenta un fatto isolato all'interno del medesimo liceo, come evidenziato da alcune organizzazioni studentesche che da tempo segnalano un clima permeato da derive maschiliste. ilmessaggero +3
Il contesto di un clima già deteriorato
La Rete Studenti Medi del Lazio, nel denunciare l'accaduto, ha sottolineato come il gesto vandalico non costituisca un evento eccezionale per il Carducci, bensì l'ennesimo sintomo di un malessere radicato che si esprime attraverso diverse forme.
Alcuni di essi, stando a quanto riportato, proverrebbero persino dal docente, con insegnanti che, durante le lezioni, avrebbero assunto posizioni pubbliche contrarie all'aborto e all'emancipazione lavorativa femminile, contribuendo a creare un terreno culturale ambiguo.
Parallelamente, diversi studenti si sarebbero resi protagonisti di insulti pesanti a sfondo sessista, rivolti alle compagne di studio con l'intento di attaccarne i corpi e la sessualità, in un crescendo di aggressività verbale che ora pare trovare una sua tragica espressione materiale nelle scritte scoperte ieri. repubblica +3
Il modus operandi e le indagini già in corso
La dinamica dell'episodio al Carducci risulta quasi identica a quella che, poche settimane fa, ha portato alla scoperta di una lista analoga nel bagno di un altro prestigioso liceo romano, il Giulio Cesare, un fatto che provocò un'ondata di sdegno e spinse la procura ad aprire un'indagine per verificare la sussistenza di reati.
L'apparizione di nomi specifici, seppur cancellati, introduce un elemento di violenza ancora più diretto e personalizzato, trasformando l'atto vandalico in una minaccia indirizzata verso persone identificabili, con tutto il carico di angoscia e paura che questo comporta per le vittime designate e per l'intero tessuto scolastico.
Le autorità competenti, già impegnate nel caso precedente, si trovano dunque a dover affrontare un fenomeno che mostra segni di replicabilità, analizzando la possibilità di una connessione o, più semplicemente, di un pericoloso effetto emulativo scatenato dalla risonanza mediatica del primo scandalo. corriere +3
Le reazioni immediate e il peso della vicenda
La scoperta ha immediatamente generato una forte protesta tra gli studenti del liceo, i quali si trovano a dover fare i conti con la degradazione di uno spazio comune in un messaggio d'odio, un gesto che banalizza e deride la violenza di genere in un momento storico in cui la sensibilità sul tema è alta.
L'atto di cancellare i nomi, operato dagli autori stessi, potrebbe essere interpretato come un tentativo di mitigare la gravità dell'azione una volta compiuta, senza però riuscire a eliminarne le conseguenze né il significato intimidatorio originario.
Questi eventi consecutivi pongono interrogativi urgenti sul clima che si respira in alcune scuole della città, sollevando dubbi sull'efficacia dei percorsi educativi legati al rispetto e alle pari opportunità, e costringendo a una riflessione più ampia su come certi linguaggi e certe ideologie tossiche possano attecchire e manifestarsi in forme così esplicite e violente. ilmessaggero +3




