Trump rilancia la mediazione su Kiev, ma Zelensky pone un freno sulla questione del Donbass

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ESTERI

Redazione Esteri Redazione Esteri   -   In un intervento che ha riportato l’attenzione internazionale sui fragili negoziati per porre fine al conflitto, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato di essere pronto a impegnare l’assistenza americana a favore dell’Ucraina, una misura che però vincolerebbe all’effettiva chiusura di un accordo di sicurezza globale.

"C’è un incontro sabato, ci andremo se ci sono buone chance di chiudere", ha affermato Trump, sottolineando come il ruolo di Washington, al momento, si limiti al piano diplomatico senza un coinvolgimento militare diretto.

Le sue parole, perentorie, arrivano in un frangente particolarmente delicato, mentre dalle cancellerie europee filtrano pressioni crescenti su Volodymyr Zelensky affinché consideri un ripiegamento dalla regione del Donbass, teatro di avanzate russe descritte come "a ritmo sostenuto". ilfattoquotidiano +3

Il nodo irrisolto della consultazione popolare

La risposta di Kiev non si è fatta attendere e ha delineato un confine netto rispetto alle richieste che giungono da oltreoceano.

Il presidente ucraino, infatti, ha ribadito con fermezza che qualsiasi decisione relativa alla cessione di territori, comprese le porzioni del Donbass ancora sotto controllo ucraino, non potrà essere presa senza un esplicito mandato della popolazione.

"Deve decidere il popolo", ha dichiarato Zelensky, rimarcando la necessità di un referendum che legittimi eventuali, e per ora solo ipotetiche, concessioni territoriali.

Una posizione, la sua, che complica non poco il quadro negoziale, basato proprio su un ritiro completo dalla regione orientale quale presupposto del piano di pace promosso da Trump. corriere +3

Il fitto calendario degli appuntamenti diplomatici

Proprio mentre le posizioni si cristallizzano, la macchina diplomatica accelera i suoi ritmi.

L’appuntamento di sabato a Parigi, che vedrà riuniti funzionari di Stati Uniti, Ucraina, Francia, Germania e Gran Bretagna, rappresenta una tappa cruciale, sebbene la partecipazione americana sia condizionata alle "buone chance" di successo evocate da Trump.

Inoltre, sullo sfondo, si profila già un possibile vertice a Berlino per lunedì, con i leader dell’Unione Europea e forse, secondo alcune indiscrezioni, con la stessa presenza del presidente americano.

Si tratta di incontri che mirano a comporre un puzzle estremamente complesso, i cui pezzi fondamentali restano tre: il futuro dei territori contesi, la natura delle garanzie di sicurezza per Kiev e la prospettiva di un’adesione ucraina all’Unione Europea, ipotizzata per il 2027. tiscali +3

Lo scenario economico del dopo-guerra e le ombre della trattativa

Parallelamente alle trattative politiche, prende con sempre maggiore definizione anche lo scenario economico destinato a caratterizzare il periodo post-bellico.

Fonti ben informate parlano, non a caso, di un massiccio programma di investimenti congiunti russo-americani, un elemento che getta una luce diversa sulle dinamiche in gioco e che si intreccia inevitabilmente con le questioni territoriali e di sicurezza.

In questa fase di grande fluidità, dove proposte e documenti si sovrappongono, l’evoluzione del dialogo appare dunque strettamente legata non solo alle mosse sul campo, ma anche agli interessi che guardano già alla ricostruzione e alla spartizione di influenze in un’Europa il cui assetto geopolitico è profondamente mutato. ilmessaggero +3