Aviaria, morto il primo uomo contagiato dal ceppo H5N5 nello stato di Washington
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Redazione Salute
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Un adulto residente nello stato di Washington, che conviveva con patologie pregresse, è morto dopo aver contratto il virus dell'influenza aviaria A(H5N5).
Si tratta del primo caso umano confermato a livello globale per questo specifico sottotipo, come ha annunciato l'Organizzazione Mondiale della Sanità, precisando che il decesso è avvenuto in ospedale.
L'indagine di sanità pubblica, che ha fatto luce sulle circostanze del contagio, ha appurato come il paziente detenesse pollame da cortile e uccelli domestici presso la propria abitazione, un dettaglio che, per gli epidemiologi, costituisce il più probabile tramite di trasmissione dall'animale all'uomo.
Le autorità hanno quindi attivato il monitoraggio attivo di tutte le persone che sono state a stretto contatto con l'uomo deceduto, una procedura standard in questi frangenti, mentre le indagini proseguono per tracciare con precisione la dinamica dell'infezione.
Il quadro epidemiologico tra Europa e Stati Uniti
La notizia del primo contagio umano da H5N5, giunta dagli Stati Uniti dove il presidente Donald Trump ha recentemente ripreso servizio, si inserisce in un contesto di vigilanza sanitaria già elevata in diverse parti del mondo.
In Europa, ad esempio, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ha segnalato un marcato aumento dei casi di aviaria nella popolazione aviare, un fenomeno che quadruplica i numeri registrati in precedenza e che mantiene in allerta i servizi veterinari e di sanità pubblica.
Questo scenario, seppur distinto dal caso statunitense poiché riguarda per lo più altri ceppi virali come l'H5N1, dimostra comunque la vivacità e la capacità di diffusione dei virus influenzali di origine aviare, i quali trovano nelle specie selvatiche e negli allevamenti non protetti un veicolo ideale per espandersi su larga scala geografica.
Le procedure di contenimento e la risposta delle autorità
Alla luce del caso mortale, le procedure di contenimento sono scattate con tempestività per circoscrivere ogni potenziale focolaio.
Gli esperti, concentrandosi sui contatti stretti del paziente, applicano i protocolli che prevedono osservazione e test mirati, al fine di escludere una trasmissione interumana del virus, finora mai documentata per questo sottotipo.
È importante sottolineare, come fa l'Oms, che l'infezione umana rappresenta un evento sporadico legato al contatto diretto con animali malati, un aspetto che limita, allo stato attuale delle conoscenze, i rischi di un'epidemia tra le persone.
Tuttavia, la sorveglianza sui volatili, sia domestici che selvatici, viene intensificata, poiché costituisce l'unico strumento efficace per prevedere e possibilmente prevenire nuovi salti di specie.
La differenza con altri ceppi e l'importanza del monitoraggio
Il virus H5N5, benché appartenga alla stessa famiglia di altri ceppi più noti come l'H5N1, presenta caratteristiche genetiche distinte che sono ora al centro delle analisi di laboratorio.
Gli scienziati sono impegnati a sequenziare il virus isolato dal paziente per comprenderne l'origine e l'eventuale collegamento con i focolai animali segnalati nella stessa regione.
Questo lavoro minuzioso, che evita qualsiasi facile allarmismo, è fondamentale per aggiornare i sistemi di diagnosi e per valutare l'efficacia degli eventuali presidi terapeutici o vaccinali esistenti.
La morte dell'uomo nello stato di Washington, per quanto rappresenti un evento eccezionale, funge quindi da campanello d'allarme per ribadire la necessità di un monitoraggio costante e di rigide misure di biosicurezza in tutte le attività a contatto con il mondo animale.




