Real Madrid-Manchester City 1-2, la Champions mette in luce le crepe dei Blancos e il genio di Rodrygo
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Redazione Sport
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La sesta giornata della fase a gironi di Champions League ha regalato un big match dal significato tecnico e psicologico profondo, dove il Manchester City di Pep Guardiola ha avuto la meglio per 2-1 sul Real Madrid nel tempio di casa bianco.
Un risultato, questo, che va ben oltre la semplice contabilità dei punti validi per l’accesso agli ottavi di finale, andando a illuminare con crudo realismo le dinamiche interne che agitano il club madrileno.
La sconfitta, infatti, si inserisce in un periodo di performance altalenanti che hanno progressivamente eroso la solidità della squadra, la cui rosa è stata indebolita da una serie di infortuni che ne hanno limitato le opzioni e l’espressività in campo. europacalcio +3
La panchina di Alonso tra le voci e i risultati mancati
Se la stagione 2025/26 era iniziata sotto i migliori auspici per Xabi Alonso, la presentazione al pubblico e le premesse dichiarate sembrano oggi un lontano ricordo, sostituite da un presente fatto di interrogativi.
La posizione del tecnico basco, che aveva raccolto con entusiasmo l’eredità di una squadra vincente, appare ora in bilico, sottoposta a una pressione che cresce in maniera direttamente proporzionale ai risultati deludenti.
In Liga, il vantaggio accumulato nei confronti del Barcellona guidato da Hansi Flick si è completamente dissolto, lasciando i madrileni a un preoccupante distacco di quattro punti dalla vetta, con il Villarreal che tallona da vicino a soli punti di distanza e con una partita in meno da recuperare.
Si dice, circostanza che alimenta le voci di corridoio, che lo spagnolo abbia perso non solo la piena fiducia dello spogliatoio ma anche quella della dirigenza, creando un clima d’incertezza che pesa come un macigno sull’ambiente. gazzetta +3
Gli elogi di Guardiola per un Rodrygo “di un altro livello”
In netto contrasto con le ombre che avvolgono il Real, si staglia la luce abbagliante di Rodrygo, vero protagonista della partita nonostante l’esito avverso per la sua squadra.
L’esterno brasiliano, reduce da un periodo di stop forzato, ha firmato il gol del temporaneo vantaggio madridista ed è stato una minaccia costante per la difesa del City, dimostrando una velocità e una qualità nel dribbling che hanno lasciato il segno. Tanto da conquistare gli eleri, rari e perciò ancor più significativi, dell’avversario diretto.
Pep Guardiola, nel commento post-partita, non ha usato mezzi termini per il ventiquattrenne: “Cosa ho detto a Rodrygo? Che è fortissimo. È un giocatore di un altro livello... questo ragazzo è un giocatore di un altro livello. Sono contento che sia tornato dall'infortunio. È molto, molto forte”.
Parole che, al di là della cortesia di rito, suonano come un autentico attestato di stima verso un talento in grado di decidere le sorti delle partite più importanti. derbyderbyderby +3
Le chiavi di volta della sfida e il cammino europeo
La partita ha quindi offerto uno spaccato di due realtà contrapposte: da un lato un Manchester City solido e capace di approfittare delle momentanee difficoltà altrui, confermandosi una delle big più temibili del panorama continentale; dall’altro un Real Madrid che, pur esprimendo individualità di altissimo profilo, fatica a trovare quella compattezza e quell’identità di gioco che erano il suo marchio di fabbrica.
L’infortunio di alcuni pezzi importanti della rosa titolare ha senz’altro contribuito a questa fase negativa, ma non basta a spiegare del tutto le oscillazioni e la fragilità mostrate.
La sconfitta in Champions, torneo che per storia e dna è nel cuore del club, rappresenta un campanello d’allarme più forte di qualsiasi sconfitta in campionato, indicando come il percorso per ritrovare la via del successo sia ancora lungo e irto di ostacoli da superare. diretta +3




