La strada stretta di Kiev: Zelensky, il referendum e la pressione di Trump

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ESTERI

Redazione Esteri Redazione Esteri   -   Mentre il nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, insiste per una rapida soluzione negoziale al conflitto, definendo pubblicamente l'obiettivo di "fermare le morti", il quadro strategico in Ucraina subisce un'evoluzione sottile ma significativa.

Volodymyr Zelensky, di fronte a questa pressione internazionale che mira a chiudere rapidamente il capitolo bellico, ha delineato una posizione che lega qualsiasi futuro compromesso territoriale a una consultazione popolare diretta.

"Credo che il popolo ucraino risponderà a questa domanda", ha affermato il presidente ucraino, lasciando intendere che la decisione finale su eventuali cessioni di territorio – tema estremamente delicato e doloroso – non potrebbe essere presa senza un'esplicita legittimazione democratica, che assuma la forma di elezioni o di un referendum specifico.

Una mossa, la sua, che trasforma un potenziale punto di debolezza negoziale in uno strumento di legittimazione interna e di pressione verso gli alleati, costringendoli a considerare il peso politico di un'opinione pubblica ucraina che ha già pagato un prezzo altissimo. repubblica +3

La mossa del Cremlino e il nodo della legittimità

Parallelamente, Mosca ha avviato una propria offensiva sul piano della legittimità politica, sostenendo con insistenza che il mandato costituzionale di Zelensky sia scaduto e che, pertanto, in Ucraina "debbano tenersi le elezioni".

Questa narrativa, avanzata dal portavoce del Cremlino, mira evidentemente a minare l'autorità dell'interlocutore ucraino a livello internazionale, presentandolo come un leader privo di una base giuridica solida.

Si tratta di una guerra parallela, fatta di dichiarazioni e colpi di propaganda, che cerca di preparare il terreno per eventuali trattative, screditando preliminarmente una delle parti.

Da questo punto di vista, la proposta di Zelensky di un voto popolare su questioni territoriali appare anche come una risposta strategicamente articolata a questa campagna, ribadendo il principio che la sovranità risiede nella volontà dei cittadini, anche in tempo di guerra. la7 +3

Il fronte interno italiano e le divisioni sulla difesa

Sul versante europeo, intanto, le posizioni si fanno più nette e le divisioni emergono con chiarezza, complicando il tentativo di trovare una linea comune di fronte alla spinta americana per un accordo.

Il ministro della Difesa italiano, Matteo Salvini, ha espresso un netto dissenso sull'invio di ulteriori sistemi missilistici a lungo raggio all'Ucraina, definendolo "un atto di guerra" che porterebbe a un'escalation incontrollabile.

Una presa di distanza marcata dalla linea di altri partner occidentali, e dallo stesso governo di cui fa parte, che evidenzia le profonde spaccature esistenti non solo tra i diversi schieramenti politici nazionali, ma a volte persino all'interno delle maggioranze di governo.

Questa frammentazione di visioni rischia di indebolire la posizione negoziale complessiva dell'Europa in un momento decisivo, lasciando un margine d'azione maggiore alle iniziative unilaterali di altri attori globali. ilfattoquotidiano +3

L'altra faccia dell'attualità: cronaca nera e percorsi giudiziari

Accanto ai grandi scenari geopolitici, procedono silenziosi, ma non per questo meno cruciali, i percorsi della giustizia ordinaria. In diverse inchieste di cronaca nera, gli investigatori continuano a lavorare per ricostruire dinamiche e responsabilità, seguendo piste che a volte si rivelano più intricate del previsto.

I magistrati incaricati delle indagini stanno esaminando una mole considerevole di elementi probatori, dai riscontri tecnici alle testimonianze, per fare luce su vicende che hanno scosso l'opinione pubblica.

Il lavoro procede senza sosta, affrontando la complessità di casi che richiedono massima precisione e attenzione al dettaglio, lontano dai riflettori della politica internazionale ma fondamentali per l'amministrazione della giustizia e per il tessuto sociale del paese. lastampa +3