Il mondo del jazz in lutto per Valerio Rizzo, il pianista "poeta" stroncato a 32 anni

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Redazione Cultura e Spettacolo Redazione Cultura e Spettacolo   -   Un ultimo, commosso saluto affidato ai social, quella sorta di diario pubblico che oggi, con le sue contraddizioni, raccoglie anche i dolori più intimi, ha annunciato al mondo la scomparsa di Valerio Rizzo.

Il musicista, un'anima gentile e di raro talento originaria di Castelvetrano, si è spento a soli trentadue anni dopo aver combattuto con dignità esemplare contro una malattia incurabile, una battaglia condotta fino all'ultimo respiro con una forza che i suoi colleghi e allievi hanno sempre riconosciuto in lui, anche nei momenti più difficili.

“Ho lottato, mi sono battuto con tutte le mie forze fino alla fine. Avrei voluto continuare a condividere con voi sia la musica che l’amore”, si legge nel post, parole che, private di ogni retorica, disegnano il profilo di un artista la cui esistenza, per quanto breve, è stata interamente consacrata a quelle due passioni. livesicilia +3

Un talento precoce spezzato nel fiore degli anni

La notizia, diffusa attraverso quell'estremo messaggio, ha rapidamente varcato i confini della sua città natale per travolgere di dolore l'intero panorama musicale siciliano, unendolo in un coro di rimpianto che da Palermo e Trapani è arrivato fino a Marsala e Mazara del Vallo, toccando soprattutto il Conservatorio Arturo Toscanini di Ribera, dove il giovane Rizzo aveva da poco iniziato, per l'anno accademico 2024/2025, la sua avventura come docente di Pianoforte Jazz.

Una cattedra, la sua, che rappresentava il naturale approdo di un percorso artistico già intenso e riconosciuto, nonché la promessa di una trasmissione del sapere che la morte ha tragicamente interrotto.

La sua musica, infatti, era considerata da molti non un semplice esercizio tecnico ma una forma di poesia, il che gli aveva valso, tra gli appassionati, l'appellativo affettuoso di "poeta del pianoforte". tp24 +3

Il cordoglio che unisce scuole, club e appassionati

Il vuoto lasciato dalla sua scomparsa appare, per chi lo ha conosciuto e stimato, incolmabile, e il cordoglio si esprime in maniera trasversale, coinvolgendo non soltanto il ristretto ambiente accademico ma anche la più ampia cerchia dei frequentatori dei locali jazz e delle scuole di musica dell'isola, dove il suo nome era divenuto sinonimo di sensibilità interpretativa e di rara eleganza compositiva.

La sua grazia discreta, quella che gli permetteva di comunicare emozioni profonde senza bisogno di inutili enfasi, resta forse il ricordo più vivido che colleghi e allievi custodiscono di lui, un ricordo che la malattia non è riuscita a offuscare ma che, anzi, in qualche modo ha reso più nitido, mettendo in luce il carattere risoluto con cui ha affrontato la prova più crudele. balarm +3

Una lezione di dignità oltre la musica

Quella di Valerio Rizzo, dunque, non è soltanto la storia di una carriera musicale promettente e bruscamente interrotta, ma si configura anche come una testimonianza umana di raro spessore, il cui valore va ben al di là dei confini dello swing e dell'improvvisazione.

La sua lotta, condotta con un coraggio silenzioso e mai ostentato, e il suo ultimo pensiero rivolto alla condivisione della bellezza artistica e del sentimento più puro, consegnano alla memoria collettiva l'immagine di un uomo che ha vissuto la sua breve esistenza all'insegna di un'intensità fuori dal comune.

La Sicilia, culla di grandi tradizioni musicali, piange oggi uno dei suoi figli più dotati, la cui eredità, seppur affidata a un lasso di tempo troppo breve, continuerà senza dubbio a risuonare nelle aule del conservatorio e nei luoghi dove la musica jazz, con le sue sfumature e le sue libertà, trova ancora la sua casa naturale. tp24 +3