Cucina italiana patrimonio Unesco, una festa per il made in Italy a chilometro zero

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ESTERI

Redazione Esteri Redazione Esteri   -   La notizia, attesa e calda come un forno a legna, è arrivata da Nuova Delhi sancendo un primato mondiale: la cucina italiana, nella sua interezza di pratiche, saperi e gesti quotidiani, è ufficialmente patrimonio culturale immateriale dell’Unesco.

Un riconoscimento che, andando ben oltre il semplice ambito gastronomico, certifica il valore identitario di un sistema complesso, fatto di rituali domestici e artigianalità diffusa, il cui merito – come sottolineato nella documentazione – risiede nella capacità di creare un’identità condivisa pur nelle sue infinite variazioni territoriali.

Le celebrazioni ufficiali a Roma, all’Auditorium Parco della Musica, hanno visto la partecipazione di rappresentanti di quel tessuto produttivo che, giorno dopo giorno, tiene viva questa tradizione: tra questi, unico esempio mantovano, c’era l’azienda agricola Corte Camerlenga di Bellaguarda, specializzata in allevamento suino e produzione di salumi a chilometro zero, invitata dai ministeri dell’Agricoltura e della Cultura a testimoniare un impegno che parte dal benessere animale e arriva alla tavola. tv2000

Il valore di una tradizione viva

La decisione del comitato Unesco, giunta nel corso della ventesima sessione della Convenzione del 2003, non è una mera etichetta da apporre su un menu, bensì l’iscrizione nel registro dell’umanità di un patrimonio che vive attraverso le mani di chi impasta la pasta fresca, di chi stagiona i formaggi sulle alture, di chi trasforma le carni seguendo ritmi antichi.

Proprio come fa il Consorzio Tutela Formaggio Asiago, che ha espresso viva soddisfazione per un risultato che valorizza un intero sistema produttivo, custode di saperi secolari legati al territorio.

Quella della cucina, insomma, si conferma essere una pratica sociale e culturale che unisce, senza uniformare, le diverse anime del Paese, dalle grandi chef stellate – come chi ha celebrato con un antipasto tricolore – alle realtà familiari che custodiscono segreti di bottega. tv2000

Le ricadute e il contesto internazionale

L’orgoglio nazionale per il traguardo, espresso anche dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, si intreccia con le dinamiche concrete dei mercati e delle produzioni.

Il riconoscimento, definito un potenziale volano economico, giunge in un momento di attenzione globale sulle politiche alimentari, come dimostrano gli accordi raggiunti a livello ministeriale sul prezzo del latte, che vedono una nuova quotazione fissata a 54 centesimi al litro dopo le fluttuazioni legate a surplus produttivi in nazioni come Nuova Zelanda e Stati Uniti.

Un quadro che ricorda come la valorizzazione della tradizione, per quanto radicata, non possa prescindere dalla gestione contemporanea delle filiere e dalla competizione internazionale, dove il brand “Italia” guadagna oggi un ulteriore, prestigioso sigillo. tv2000

Oltre la cerimonia, la sostanza di un mestiere

La luce dei riflettori sulla cerimonia romana, con il suo bagaglio di simboli – come la proiezione sul Colosseo – rischia di offuscare la sostanza quotidiana e spesso faticosa di questo patrimonio.

La presenza di realtà come Corte Camerlenga, però, riporta l’attenzione sul lavoro silenzioso che sostiene l’intero edificio: un allevamento attento, una trasformazione rispettosa, una filiera corta che è essa stessa espressione di cultura materiale.

È in queste scelte, lontane dai clamori, che si gioca la sopravvivenza autentica di una cucina riconosciuta come patrimonio dell’umanità, la cui forza non sta nella cristallizzazione di ricette ma nella capacità di tramandare, innovando con criterio, un rapporto creativo e sostenibile con i prodotti della terra. tv2000