Wall Street si ferma dopo la festa per i tassi, il tonfo di Oracle trascina il Nasdaq
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Redazione Economia
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La prima seduta dopo la decisione della Federal Reserve, che ha confermato un taglio dei tassi di interesse di un quarto di punto, ha regalato alla piazza finanziaria di New York una sessione contrastata e priva di una direzione univoca.
L'euforia, seppur moderata, che aveva accompagnato il mercato nella chiusura precedente si è infatti rapidamente dissolta, offuscata da una trimestrale giudicata deludente e dai nuovi piani di spesa annunciati da Oracle, la cui reazione al ribasso ha finito per contagiare un ampio settore tecnologico e in particolare i titoli legati all'intelligenza artificiale.
Mentre il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e la sua amministrazione monitorano l'andamento dei mercati, il quadro che emerge è quello di una borsa che fatica a consolidare i massimi storici toccati dal Dow Jones, il quale, nonostante tutto, ha continuato a mostrare una tenuta relativa, agganciandosi a settori più tradizionali e difensivi. ilsole24ore +3
Il peso specifico di una trimestrale deludente
Il vero elemento di disturbo, che ha finito per polarizzare l'attenzione degli operatori e ribaltare la percezione del mercato, è giunto dai conti del secondo trimestre dell'esercizio 2025/2026 di Oracle.
La società, sebbene abbia comunicato un utile per azione superiore alle attese del consensus, ha registrato ricavi leggermente al di sotto delle previsioni e, soprattutto, ha alzato in modo significativo le sue previsioni di spesa per i prossimi periodi.
Quest'ultimo annuncio, in particolare, ha riacceso i timori degli investitori riguardo alla sostenibilità del debito aziendale e alla pressione sui margini futuri, innescando una vendita violenta che ha portato il Titolo a cedere oltre il quattordici percento.
Una correzione di tale portata, per un'azienda di quella dimensione e con un ruolo chiave nel settore del cloud computing, non poteva che riverberarsi sull'intero comparto tech, trascinando con sé molti degli operatori più esposti alle tematiche innovative. milanofinanza +3
La divergenza tra indici e la resilienza europea
La conseguenza più immediata di questo shock settoriale si è materializzata nella marcata divergenza di performance tra i principali indici di Wall Street.
Da una parte il Dow Jones, che rappresenta trenta blue chip industriali, ha mantenuto un atteggiamento positivo, aggrappandosi a guadagni superiori all'uno percento e sfiorando nuovamente i massimi assoluti durante la sessione.
Dall'altra, l'S&P 500 e soprattutto il Nasdaq Composite, quest'ultimo fortemente esposto alla tecnologia, hanno chiuso in territorio negativo, con quest'ultimo che ha perso quasi un punto percentuale.
Una dinamica diametralmente opposta a quella osservata nelle borse europee, le quali hanno invece proseguito il loro rafforzamento rialzista, con Parigi, Milano e Francoforte in netto rialzo, dimostrando una momentanea capacità di disaccoppiamento dalle turbolenze d'Oltreoceano concentrate in settori specifici. investing +3
L'eredità del taglio e lo scenario monetario
Lo sfondo macroeconomico rimane comunque segnato dalla mossa della Fed, la quale ha portato il tasso di riferimento nel range tra il 3,50 e il 3,75 per cento. Questa decisione, sebbene fosse ampiamente attesa e scontata dai listini, aveva inizialmente fornito liquidità e fiducia agli investitori.
Tuttavia, l'effetto positivo dell'allentamento monetario si è rivelato di breve durata, annullato in poche ore dal fattore idiosyncratico rappresentato dai conti Oracle.
La banca centrale, nelle sue proiezioni, ha inoltre delineato uno scenario di ulteriore prudenza, indicando la possibilità di un solo altro taglio nel corso del 2026, un orizzonte temporale che ridimensiona le aspettative di un ciclo di alleggerimento monetario aggressivo e prolungato, lasciando al mercato la necessità di selezionare con maggiore attenzione i titoli in base ai fondamentali aziendali piuttosto che alla semplice esposizione alla liquidità. tiscali +3




