Italia campione di longevità, ma la sanità arranca tra fumo, carenze e liste d'attesa

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Redazione Cultura e Spettacolo Redazione Cultura e Spettacolo   -   L'Italia si conferma, dati alla mano, un paese di longevi, con un'aspettativa di vita che tocca il record di 84,1 anni, agganciando la Svezia in vetta alla classifica europea e superando di sei mesi i livelli pre-pandemia.

Questo primato, celebrato nel "Country Health Profile 2025" realizzato in collaborazione tra OCSE, Osservatorio Europeo sui Sistemi Sanitari e Commissione UE, non deve però trarre in inganno, poiché nasconde un Servizio Sanitario Nazionale che mostra crepe strutturali profonde e un quadro epidemiologico in evoluzione.

Gli anziani italiani, nonostante il rapido invecchiamento della popolazione, godono generalmente di condizioni di salute migliori rispetto alla media dei coetanei europei, sebbene debbano fare i conti con una diffusione capillare di patologie croniche come l'ipertensione.

Oltre la metà dei decessi nel paese resta imputabile alle malattie cardiovascolari e ai tumori, con una quota significativa di morti considerate prevenibili, che si concentrano in particolare nel cancro al polmone e nella cardiopatia ischemica. cagliarinews24 +3

L'ombra del fumo e le disuguaglianze territoriali

Tra le ombre che offuscano il quadro positivo della durata della vita, spicca con allarme il comportamento dei più giovani.

Il rapporto, infatti, segnala una preoccupante recrudescenza del consumo di tabacco tra i giovanissimi, un dato che getta un'ombra minacciosa sulle prospettive di salute delle future generazioni e che potrebbe, col tempo, erodere proprio quel primato di longevità di cui oggi il paese va fiero.

A questo si aggiungono, come un marchio indelebile, le disuguaglianze regionali che persistono nell'accesso alle cure e negli esiti di salute, un divario che il sistema fatica a colmare e che rappresenta una delle sfide più antiche e complesse da risolvere.

Queste disparità, che qualcuno continua a denunciare, influiscono sulla reale qualità della vita associata a quegli anni in più. italiaoggi +3

La crisi del personale e l'attesa infinita

Se la popolazione invecchia e vive più a lungo, aumenta di conseguenza la domanda di prestazioni sanitarie, croniche e specialistiche, mettendo a dura prova la tenuta del sistema.

Il rapporto evidenzia come due nodi critici, strettamente intrecciati, stiano strangolando la capacità di risposta del Ssn: da un lato la penuria cronica di personale infermieristico, una carenza che sottrae forza lavoro essenziale ai reparti e al territorio; dall'altro le liste d'attesa, che si allungano a dismisura per una vasta gamma di visite ed esami, costringendo i cittadini a tempi di attesa spesso proibitivi.

Sono questi, in buona sostanza, i sintomi più evidenti di un sistema sotto pressione, che arranca nel garantire quella tempestività di intervento che è cruciale, soprattutto nella gestione delle patologie oncologiche e cardiache. internews24 +3

Uno sguardo oltre i numeri

Il profilo che emerge è dunque duplice: da una parte un paese che sa invecchiare bene, con indicatori medi invidiabili, dall'altra un'infrastruttura sanitaria che fatica a reggere il passo, logorata da carenze di organico e da inefficienze che si traducono in attese.

La sfida, implicitamente sottolineata dall'analisi internazionale, non è solo quella di conservare il primato statistico nella durata della vita, ma di assicurare che quegli anni guadagnati siano vissuti in buona salute e con un accesso equo e rapido alle cure di cui si ha bisogno.

Il record dell'aspettativa di vita, insomma, è un traguardo che impone una riflessione sulle condizioni del sistema che dovrà sostenere questa popolazione sempre più anziana, a partire dalla lotta al fumo giovanile e dal potenziamento dell'offerta sanitaria territoriale. italiaoggi +3