Truffa all'Opera del Duomo di Firenze, un sistema da trenta milioni scoperto dalla mobile di Brescia
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Redazione Interno
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Un meccanismo finanziario opaco e sofisticato, che muoveva capitali per cifre milionarie attraverso una rete di società cartiere, è stato smantellato all'alba di ieri dagli uomini della Squadra Mobile di Brescia.
L'operazione, coordinata dalla Procura bresciana, ha portato a nove misure cautelari e a trenta perquisizioni estese a sette province del Nord e Centro Italia, rivelando un quadro di emissione di fatture false e di bonifici deviati.
Il sistema, secondo gli inquirenti, era finalizzato al riciclaggio di ingenti somme, che si aggirerebbero complessivamente attorno ai trenta milioni di euro, una cifra colossale emersa soltanto dopo che il medesimo gruppo aveva colpito due obiettivi di prestigio. poliziadistato +3
La pista che parte da Firenze
La vera breccia nelle difese dell'organizzazione si è infatti aperta a Firenze, dove l'Opera di Santa Maria del Fiore – la Onlus che da secoli cura la conservazione e la gestione della Cattedrale, del Campanile di Giotto e del Battistero di San Giovanni – è stata vittima di una frode per due milioni di euro.
Quel colpo, assestato con modalità informatiche e finanziarie ai danni di un simbolo universale del patrimonio artistico, ha fornito alle forze dell'ordine il filo per dipanare una matassa ben più intricata e ampia.
L'ente fiorentino, parte lesa dell'aggressione criminale, ha espresso pubblicamente gratitudine verso la magistratura bresciana per l'opera di chiarimento, sottolineando come la violazione subita abbia involontariamente innescato un'indagine di portata nazionale. rainews +3
Il ruolo dei fratelli bergamaschi
Tra le figure chiave del sistema, i cui nomi sono ora al centro delle indagini, spiccano due fratelli originari di Telgate, in provincia di Bergamo: Luca e Daniele Bertoli.
La loro posizione, insieme a quella di almeno uno o due soggetti con radici nel Bresciano, appare di particolare rilievo per i pubblici ministeri che stanno ricostruendo l'intera architettura del reato.
Gli investigatori, seguendo il flusso del denaro sottratto all'Opera del Duomo e a un'altra azienda, hanno potuto mappare un circuito illecito che, in pochi mesi, ha movimentato capitali ingenti attraverso transazioni fittizie, un vero e proprio laboratorio criminale che sfruttava l'apparente normalità del sistema dei pagamenti commerciali. lapresse +3
Le accuse e la macchina del riciclaggio
Le accuse che gravano sugli indagati – e per le quali sono state eseguite le misure cautelari – ruotano attorno ai reati di frode, emissione di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio e, in alcuni casi, autoriciclaggio.
Il quadro che emerge dai rilievi è quello di una struttura capace di operare su scala internazionale, progettata per ripulire proventi illeciti, di cui la truffa al patrimonio culturale fiorentino costituirebbe soltanto una delle fonti.
L'inchiesta, che continua ad analizzare la mole di documenti sequestrati, sta ora cercando di stabilire l'esatta provenienza e la successiva destinazione di quel fiume di denaro, mentre la magistratura valuta la solidità delle prove raccolte in mesi di lavoro silenzioso. poliziadistato +3




