L’Ue accelera sul congelamento degli asset russi, superando le resistenze con una procedura a maggioranza

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ESTERI

Redazione Esteri Redazione Esteri   -   Mentre i ministri delle finanze europei si preparano a un nuovo confronto serale per risolvere l’ultimo nodo diplomatico, quello rappresentato dalla posizione del Belgio, il meccanismo comunitario ha già imboccato una strada rapida e inedita per rendere permanente il blocco delle risorse russe.

Il Comitato dei rappresentanti permanenti, infatti, ha concordato una versione rivista della proposta che fa leva sull’articolo 122 del Trattato, la quale consente di adottare misure eccezionali in situazioni di grave difficoltà negli approvvigionamenti.

Una norma, questa, che la Commissione e il Consiglio interpretano come base giuridica per una decisione a maggioranza qualificata, scavalcando così la necessità dell’unanimità richiesta solitamente per le sanzioni.

Una procedura scritta è stata quindi avviata con l’obiettivo di giungere a una decisione formale del Consiglio entro domani alle diciassette, segnando un passo decisivo verso il congelamento a tempo indeterminato di quegli asset, molti dei quali detenuti proprio in Belgio, la cui liquidità maturata è al centro della discussione. la7 +3

Il pressing di Dublino e la strada per Kiev

In questo contesto, la dichiarazione del ministro delle finanze irlandese Simon Harris risuona come un’ulteriore spinta politica verso un esito ormai ritenuto inevitabile.

Harris ha sottolineato alla stampa che misure per immobilizzare a lungo termine gli asset russi saranno adottate “oggi, domani, questa settimana”, definendole non solo appropriate ma necessarie per il sostegno a Kiev.

Un tono perentorio che riflette l’accentuarsi della pressione internazionale, anche alla luce delle recenti elezioni statunitensi che hanno riportato Donald Trump alla Casa Bianca, un elemento di cui le capitali europee non possono non tenere conto nella definizione delle loro strategie di supporto all’Ucraina.

Intanto, proprio Kiev ha inviato la sua risposta al piano di pace, un documento che ora è nelle mani dell’amministrazione americana. tempi +3

La linea italiana tra aiuti e diplomazia

Parallelamente al lavoro tecnico a Bruxelles, il governo italiano conferma il suo impegno sul duplice binario degli aiuti militari e della ricerca di una soluzione negoziale.

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha annunciato che un decreto legge per il sostegno a Kiev sarà approvato in Consiglio dei Ministri entro l’anno, indicando come possibili date il 22 o il 29 dicembre.

Ciriani, però, ha tenuto a precisare che questo percorso non esclude affatto la possibilità di giungere a un tavolo di trattativa tra Occidente e Russia, purché si arrivi a quello che ha definito un “cessate il fuoco” fondato su una “pace giusta”, che non può essere imposta all’Ucraina.

Una posizione che cerca di bilanciare la necessità di supporto concreto con l’apertura a uno scenario diplomatico, mentre oggi è previsto un colloquio tra il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il suo omologo ucraino. la7 +3

Uno scenario in continua evoluzione

L’accelerazione sulla questione degli asset russi dimostra come l’Unione Europea stia tentando di strutturare una risposta il più possibile solida e di lungo periodo, anticipando possibili sviluppi geopolitici.

L’uso dell’articolo 122, in particolare, costituisce un precedente significativo che potrebbe aprire la strada a future misure economiche decise a maggioranza in circostanze eccezionali.

Si tratta di un segnale politico importante per Mosca, ma anche per gli alleati transatlantici, in un momento in cui la continuità degli aiuti finanziari e militari rimane vitale per la resistenza ucraina.

La decisione, una volta formalizzata, trasformerà il congelamento temporaneo delle risorse in una misura strutturale, destinando i proventi derivanti, come gli interessi maturati, a scopi che saranno definiti dai Ventisette. la7 +3