Divinity, Larian Studios torna al suo epic fantasy con un annuncio spettacolare ai The Game Awards
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Redazione Scienza e Tecnologia
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Il momento più atteso dagli appassionati del genere, quello che trasforma le speculazioni in fatti concreti, ha finalmente avuto luogo durante i The Game Awards 2025. Larian Studios, lo sviluppatore belga che con la serie "Original Sin" ha ridisegnato i canoni del gioco di ruolo moderno, ha infatti ufficializzato il suo prossimo, immane progetto.
Dopo una campagna marketing tanto misteriosa quanto efficace, culminata con l'installazione di un'enigmatica statua nel deserto del Mojave, il sipario si è alzato su quello che si prospetta come il colosso di punta dello studio: Divinity.
Un ritorno alle origini, a giudicare dal Titolo scarno e privo di sottotitoli, che evoca la saga fantasy senza legarsi esplicitamente ai capitoli precedenti, lasciando intendere un nuovo inizio o, forse, un audace ampliamento dell'universo narrativo già esplorato. 4news
Lo spettacolo dentro lo spettacolo
L'annuncio, gestito da Geoff Keighley sul palco della kermesse, non si è limitato alla proiezione di un trailer ma è stato preceduto da una performance teatrale che ha catturato l'attenzione della sala.
Alcuni attori, avanzando verso il proscenio, sono stati infatti scagliati all'indietro da una forza invisibile, in una coreografia che ha immediatamente stabilito un'atmosfera di minaccia soprannaturale e di violenza imprevedibile.
Una scelta, questa, che ha preparato il terreno al video vero e proprio, il quale ha subito immerso gli spettatori in un clima di crudo orrore.
Le immagini si sono aperte mostrando un uomo anziano, chiaramente segnato dalle sofferenze e immobilizzato da catene, mentre il contesto della sua prigionia rimaneva volutamente ambiguo fino all'ultimo istante. 4news
Un trailer dall'estetica volutamente estrema
Il filmato presentato ha deliberatamente puntato su un registro visivo forte e simbolico, ricco di elementi grafici che non hanno lasciato spazio a interpretazioni edulcorate.
La sequenza centrale, che ha visto il prigioniero prendere fuoco e subire una metamorfosi di natura ancora tutta da decifrare, è stata il culmine di una narrazione per immagini costruita su dettagli raccapriccianti e su un gore non puramente estetizzante ma apparentemente funzionale alla storia.
Quel che emerge, al di là della potenza shock delle singole inquadrature, è la volontà di Larian Studios di fondere la complessità meccanica che lo ha reso celebre con una direzione artistica coraggiosa e matura, in cui il e la sua violenta trasformazione diventano veicolo di un conflitto più ampio, forse di ordine divino o demoniaco. 4news
Le implicazioni di un ritorno alle radici
La decisione di battezzare il gioco semplicemente "Divinity", abbandonando la dicitura "Original Sin" che aveva caratterizzato gli ultimi grandi successi, non è affatto casuale e rappresenta un segnale preciso per il pubblico.
Tale scelta, infatti, potrebbe indicare un riallineamento con il tono epico e oscuro dei primi titoli della serie oppure, in alternativa, segnare l'inizio di una saga completamente nuova che condivide solo l'ambientazione fantasy.
Lo studio, che ha conquistato la scena internazionale grazie a sistemi di gioco profondi e a una scrittura ricca di umorismo e conseguenze morali, sembra quindi voler giocare la carta dell'ambizione massima, promettendo la realizzazione del suo titolo più vasto e articolato di sempre.
La campagna virale, iniziata con un mistero nel deserto e culminata in uno spettacolo pirotecnico di dolore e fuoco, lascia presupporre un mondo di gioco altrettanto vasto e pericoloso, pronto a essere esplorato. 4news




