Torino, dietro l'addio a Vagnati l'ombra di un acquisto dal Napoli e una rosa che ha perso valore

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Redazione Sport Redazione Sport   -   Il cambio alla guida dell'area sportiva del Torino, con il ritorno di Gianluca Petrachi al posto di Davide Vagnati, si configura come una mossa dettata da una precisa valutazione di merito, la quale, sebbene non annulli i pregressi positivi dei bilanci, ne evidenzia le criticità sul piano della costruzione della squadra.

La decisione del presidente Urbano Cairo, maturata in un contesto di risultati sportivi non all'altezza delle aspettative nonostante un'estate di cessioni remunerative, sembra poggiare su un principio cardine della gestione societaria: la differenza, talvolta abissale, tra il prezzo pagato per un acquisto e il valore effettivo che quest'ultimo restituisce al gruppo.

Un principio che, applicato all'ultimo campionato, avrebbe mostrato un progressivo depauperamento qualitativo del roster a disposizione dell'allenatore, una delle concause principali di un avvio di stagione deludente. lastampa +3

Le plusvalenze e il nodo degli investimenti

Durante la sessione di mercato estiva, la società granata aveva infatti operato con un saldo ampiamente positivo, incassando somme importanti dalle cessioni di pilastri come Vanja Milinkovic-Savic, passato al Napoli per una cifra superiore ai ventuno milioni di euro, e Samuele Ricci, acquistato dal Milan per circa venticinque milioni.

Quelle operazioni, se da un lato hanno garantito solidità ai conti, dall'altro hanno creato un vuoto tecnico che gli arrivi successivi non sono riusciti a colmare in maniera adeguata.

Tra gli acquisti che non hanno mantenuto le promesse, alcuni dei quali citati dalle cronache come esempi lampanti di flop, ne spicca uno in particolare, proveniente proprio dal Napoli, la cui deludente prestazione avrebbe pesato non poco nella valutazione complessiva del lavoro del direttore sportivo uscente.

Una delusione che, sommandosi ad altre, ha contribuito a minare la fiducia della proprietà. toronews +3

Il ritorno di Petrachi in una situazione "difficile"

A raccogliere la sfida di risollevare le sorti tecniche del club è dunque Gianluca Petrachi, il quale, nel presentare il suo ritorno alla guida dell'area sportiva, ha subito definito "difficile" la situazione corrente, sottolineando come l'obiettivo immediato sia "combattere" per risalire la classifica.

Il suo esordio, in una conferenza stampa durata quasi un'ora, è stato volutamente pragmatico e lontano dai toni trionfalistici, a rimarcare la consapevolezza di una sfida complessa, sebbene diversa da quella che affrontò nel suo primo mandato, quando il club era sull'orlo della Serie C.

L'agenda del nuovo ds appare chiara: ricostruire un tessuto competitivo solido, capace di guardare alle posizioni alte della graduatoria, invertendo una tendenza che negli ultimi mesi ha visto la squadra più preoccupata dello sguardo alle spalle che non al traguardo da raggiungere. europacalcio +3

La sfida sul mercato e in panchina

Petrachi, nel suo intervento, non ha mancato di rivolgere un appello anche all'allenatore, esortandolo a "dare di più", in un'ottica di responsabilità condivisa per uscire dalla fase negativa.

Il suo compito, da qui in avanti, sarà quindi duplice: operare sul mercato per sanare le carenze tecniche emerse, cercando quel giusto equilibrio tra costo e rendimento che è mancato in alcune operazioni recenti, e lavorare in sinergia con lo staff tecnico per risollevare il morale e le prestazioni del gruppo.

Una missione che parte da un patrimonio societario certamente non in rovina, ma da un valore sportivo percepito come eroso, e che il nuovo corso intende ripristinare attraverso scelte oculate e una gestione più incisiva. calcionews24 +3