Influenza e vaccino, la sfida imprevedibile della variante K

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SALUTE

Redazione Salute Redazione Salute   -   La stagione influenzale, che ha preso il via con un anticipo di diverse settimane, sta mettendo a dura prova il sistema sanitario, colpendo in particolare le fasce più giovani della popolazione.

Mentre i contagi, che hanno superato quota settantottomila soltanto nelle Marche, continuano a salire con un'incidenza regionale vicina ai dieci casi ogni mille assistiti, gli esperti devono fare i conti con una problematica scientifica non semplice da comunicare.

La circolazione, infatti, di una variante del ceppo A (H3N2), identificata come "K" e scoperta successivamente alla definizione della composizione vaccinale, solleva perplessità fondate sulla copertura offerta dagli attuali preparati. certastampa +2

Il meccanismo della sorveglianza e i suoi limiti

Il sistema di preparazione dei vaccini, com'è noto, si basa su un'attenta sorveglianza epidemiologica globale e, in particolare, sull'osservazione dell'andamento dell'influenza nell'emisfero australe. Questo modello, perfezionato in decenni di esperienza, consente alle case farmaceutiche di produrre con largo anticipo i milioni di dosi necessarie.

Quando però, durante la stagione vera e propria, emerge una variante virale significativamente diversa da quelle contenute nel vaccino – come appunto il virus K – l'immunità conferita non può essere completa, lasciando una fetta di popolazione, pur vaccinata, potenzialmente più esposta. liberta +2

L'impatto differenziato sui più piccoli

I dati clinici, del resto, mostrano un panorama chiaro e preoccupante: l'incidenza maggiore delle infezioni respiratorie acute, un paniere in cui convivono influenza, Sars-Cov-2, virus respiratorio sinciziale e parainfluenzali, si osserva proprio nei bambini al di sotto dei quattro anni.

I reparti pediatrici e gli studi medici registrano casi di febbre e tosse persistenti per diversi giorni, con un picco di diffusione atteso nei prossimi giorni.

I pediatri sottolineano come, tra i contagiati, una parte consistente sia rappresentata da coloro che non hanno ricevuto il vaccino, elemento che riaccende il dibattito sull'opportunità di estendere la campagna di prevenzione. iconameteo +2

Il quadro nazionale e il carico sui servizi

La situazione, peraltro, non è confinata alle sole regioni centrali. A Firenze, così come in molte altre città, uffici e classi scolastiche vedono un numero elevato di assenze, segno che il virus colpisce con forza anche la popolazione in età lavorativa.

La rete di sorveglianza RespiVirNet dell'Istituto Superiore di Sanità fotografa un momento critico, con 10,4 cittadini su mille alle prese con sintomi respiratori acuti.

Questo dato, che include ma non si esaurisce con l'influenza stagionale, descrive una pressione significativa sui presidi sanitari, chiamati a gestire una molteplicità di patogeni circolanti in contemporanea, un fenomeno la cui complessità gestionale era stata in parte anticipata dall'esperienza australiana. iconameteo +2