Nato, Rutte avverte gli alleati: siamo il prossimo obiettivo della Russia

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Redazione Esteri Redazione Esteri   -   Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha lanciato un monito severo e diretto agli alleati, delineando una prospettiva di sicurezza europea gravata da una minaccia immediata e di lungo periodo.

"Siamo il prossimo obiettivo della Russia e siamo già in pericolo", ha dichiarato senza mezzi termini Rutte a Berlino, nel corso di un evento organizzato dalla Conferenza sulla sicurezza di Monaco.

Il suo intervento, che ha marcato con forza la necessità di un cambiamento di mentalità collettiva, ha sottolineato come, fin dal suo insediamento alla guida dell'Alleanza, abbia ripetutamente avvertito che quanto accade in Ucraina potrebbe riverberarsi anche tra i Paesi membri.

La guerra, ha affermato con parole che riecheggiano la storia del continente, è stata riportata in Europa dalla Russia, costringendo tutti a confrontarsi con un conflitto che si svolge "esattamente davanti alla nostra porta di casa". ilgazzettino +2

Un orizzonte temporale concreto per il rischio militare

Oltre alla percezione di un pericolo già presente, Rutte ha fornito una valutazione temporale più definita, sebbene allarmante, riguardo a una possibile escalation militare diretta.

La Russia, secondo le sue analisi, potrebbe infatti essere pronta a ricorrere alla forza contro la Nato entro un arco di cinque anni, un lasso di tempo che impone una preparazione senza precedenti.

Tale eventualità, come ha precisato il segretario generale, rischierebbe di assumere una portata storica, paragonabile a quella dei conflitti mondiali che hanno segnato le generazioni dei nonni e dei bisnonni.

Una prospettiva, questa, che rende assolutamente prioritario intensificare gli sforzi di difesa per scongiurare un simile scenario, anche alla luce della determinazione dimostrata da Mosca.

"Se Putin è disposto a sacrificare un milione di russi per questa follia di correggere la storia", ha osservato Rutte, "dobbiamo essere preparati" a fare ciò che fu necessario in passato. ilgiornale +2

La minaccia persisterà oltre il conflitto in Ucraina

Pur considerando "possibile" una conclusione della guerra in Ucraina entro la fine dell'anno, una speranza condivisa da molti, Rutte ha immediatamente temperato qualsiasi ottimismo fugace chiarendo che la fine delle ostilità non segnerebbe affatto la fine del rischio.

La Russia, ha ribadito in un'intervista a El País, "continuerà a rappresentare una minaccia ancora a lungo", indipendentemente dall'esito sul campo di battaglia ucraino.

Questa valutazione si basa sulla consapevolezza che la campagna ostile di Mosca non si limita al solo ambito militare convenzionale, ma sta già intensificando una sua "campagna segreta" contro le società occidentali, un aspetto di hybrid warfare che richiede vigilanza costante.

La pace, dunque, qualora arrivasse, non sarebbe sinonimo di sicurezza, ma semmai il preludio a una diversa, e forse più insidiosa, fase di confronto. ilgazzettino +2

La necessità di una risposta coordinata e risoluta

L'invito rivolto da Rutte ai governi alleati è quindi duplice: accelerare gli investimenti e la cooperazione in materia di difesa per costruire una deterrenza credibile nel medio termine, e al contempo rafforzare la resilienza nazionale contro quelle operazioni sotto la soglia del conflitto aperto che minano la coesione sociale e le istituzioni democratiche.

L'immagine evocata di missili in grado di raggiungere "qualsiasi casa o edificio in qualsiasi Paese d'Europa" serve a scuotere qualsiasi residua illusione di distanza o immunità.

I Paesi in prima linea, dal Baltico alla Finlandia fino alla Polonia, si trovano già in una posizione di esposizione che richiede solidarietà e azione concrete da parte di tutto il blocco.

Il messaggio fondamentale è che il tempo a disposizione per prepararsi non è illimitato, e che la posta in gioco è la preservazione stessa di un ordine di sicurezza che ha garantito pace e stabilità per decenni. ilgiornaleditalia +2