Allarme aviaria in Europa: l'Efsa prevede nuovi focolai per tutto l'inverno

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SALUTE

Redazione Salute Redazione Salute   -   L'Autorità europea per la sicurezza alimentare, in un rapporto congiunto, ha delineato un quadro preoccupante per i prossimi mesi, confermando che la circolazione del virus dell'influenza aviaria ad alta patogenicità, la cosiddetta HPAI, rimarrà a livelli elevati nell'area geografica europea fino al termine della stagione invernale.

Gli esperti, che hanno analizzato i dati raccolti tra settembre e novembre del 2025, hanno registrato un incremento marcato dei casi tra gli uccelli selvatici, il che ha inevitabilmente determinato un'ampia diffusione di epidemie negli allevamenti di pollame, con centinaia di focolai segnalati in quasi trenta Paesi.

Questa situazione, definita complessa e in evoluzione, non lascia spazio a facili ottimismi, poiché il virus, come è noto, si trasmette con grande facilità attraverso le rotte migratorie degli uccelli acquatici, i quali ne sono i principali serbatoi naturali. la7 +3

La diffusione ai mammiferi e le nuove evidenze

Un aspetto che gli scienziati monitorano con particolare attenzione è il cosiddetto "spillover", ovvero il salto di specie del virus verso i mammiferi.

L'Efsa ha infatti segnalato un leggero, ma significativo, aumento delle rilevazioni nei carnivori selvatici, soprattutto nelle volpi, animali che potrebbero entrare in contatto con carcasse di uccelli infetti.

A questo si aggiunge un dato che non può passare inosservato: dopo un lungo periodo di assenza, il virus è riapparso nei gatti domestici in due diversi Paesi membri, un evento che impone una riflessione sulla gestione degli animali da compagnia in zone ad alta circolazione virale.

Alcuni di essi, stando a quanto riportato, potrebbero essere stati contagiati attraverso l'alimentazione a base di prodotti animali crudi, una pratica sconsigliata dalle autorità sanitarie. vvox +3

Raccomandazioni per i proprietari di animali

Proprio in considerazione di questi rischi, l'agenzia europea ha aggiornato le sue indicazioni per i proprietari di animali da affezione, fornendo linee guida precise per limitare l'esposizione.

Nelle aree dove la circolazione del virus HPAI è confermata e attiva, la raccomandazione principale è quella di mantenere i gatti in ambiente domestico e di portare i cani all'aperto esclusivamente sotto controllo, dunque al guinzaglio, evitando le zone frequentate da uccelli selvatici.

Inoltre, si sconsiglia fortemente di somministrare carne cruda o parti di animali selvatici, suggerendo invece di optare per diete commerciali o alimenti cotti, i quali, se ben preparati, eliminano qualsiasi carica virale residua.

Si tratta di misure precauzionali, certo, ma che assumono un peso specifico notevole in un contesto epidemiologico così fluido. lastampa +3

Il rischio per la salute pubblica e lo scenario futuro

Nonostante la vasta diffusione tra gli animali, che coinvolge ormai diverse specie, il giudizio degli esperti sul rischio per la popolazione umana rimane, almeno allo stato attuale, di livello basso.

La valutazione, condivisa anche dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, si basa sull'osservazione che il virus non ha mostrato, finora, mutazioni tali da favorire una trasmissione sostenuta da uomo a uomo.

Tuttavia, la vigilanza deve restare massima, poiché la continua circolazione in un ampio serbatoio animale rappresenta sempre un'opportunità per il patogeno di adattarsi.

Le autorità sanitarie nazionali, dal canto loro, sono chiamate a mantenere e rafforzare i sistemi di sorveglianza, sia negli allevamenti che nella fauna selvatica, per individuare tempestivamente qualsiasi cambiamento nella epidemiologia della malattia, un lavoro di intelligence sanitaria fondamentale per prevenire scenari più complessi. ragusanews +3