Salvate il soldato Elly. Riformisti, centristi e grandi ex all’attacco della segretaria dem

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INTERNO

Redazione Interno Redazione Interno   -   L’ex presidente del Consiglio Romano Prodi, che parla di un campo largo «ancora in fase di costruzione», sembra fotografare una realtà in divenire, quasi fosse un cantiere dove i pilastri portanti non hanno ancora trovato la giusta collocazione.

I riformisti del Pd, dal canto loro, attaccano a testa bassa Giuseppe Conte dopo le parole del leader M5S sul conflitto russo-ucraino, mentre il segretario di Azione Carlo Calenda accusa la leader dem di essere «completamente assente» e «inappropriata» a correre per palazzo Chigi.

Subisce attacchi da tutti i fronti Elly Schlein, la quale, come suo solito, non risponde, preferisce il silenzio e anzi pare godersi l’entrata nella sua maggioranza di Stefano Bonaccini, un tempo leader della minoranza interna: una mossa che, se da un lato consolida il suo fronte, dall’altro acuisce le divisioni in casa democratica. ildubbio +3

Il campo largo traballa: “Giuseppi” piccona, Schlein resta unitaria

A brigante brigante e mezzo, diceva il presidente Pertini. Dunque a «polarizzatrice» Elly Schlein, polarizzatore e mezzo, Giuseppe Conte.

Il giorno dopo le dichiarazioni eclatanti – giudicate con unanime preoccupazione a sinistra, sebbene gli aggettivi usati dai critici siano stati i più diversi – del leader M5s su Donald Trump, di nuovo presidente degli Stati Uniti, e l’Ucraina, quando ha affermato di voler «lasciare che a condurre il negoziato siano gli Stati Uniti», nel Transatlantico di Montecitorio gli alleati hanno versato otri d’acqua sul fuoco, cercando una mediazione che appare sempre più complessa.

Quella frattura, però, rimane lì, a segnare una crepa profonda in un campo progressista che fatica a trovare una linea comune sulla politica estera, mentre il partito democratico tenta di tenere una posizione unitaria nonostante le pressioni contrastanti. ildubbio +3

Pd, il divorzio dei riformisti: ecco gli «ex nemici» che passano con Schlein

Il divorzio dei riformisti è ormai ufficiale, un processo che si è consumato non senza asprezze. Perché nel Pd ci sono «i riformisti di popolo», schierati con il presidente dem Stefano Bonaccini, i quali si sono autoproclamati tali in quanto stanno «in mezzo alla gente», rivendicando una vicinanza al territorio che pare distinguerli dagli altri.

E poi ci sono i «riformisti-riformisti», per adesso un «collettivo» in cerca di un proprio leader, che sognano un Partito democratico meno ideologico e più concreto su temi come Europa, crescita e sicurezza: la separazione, come spesso accade in queste fratture, non è affatto consensuale e, tra molti che un tempo erano alleati, gli strascichi ci sono eccome, lasciando intravedere un panorama interno frammentato. repubblica +3

Il futuro del vertice dem: la componente Bonaccini nella maggioranza

Anche la componente Bonaccini è ora entrata a far parte della maggioranza dem al Nazareno, una mossa che riorganizza gli equilibri di potere all’interno del partito.

A Prato, questo sviluppo si traduce nel fatto che gli ex bugettiani, insieme ad altri, appoggiano ora il vertice di Elly Schlein, creando un nuovo amalgama di forze che, almeno sulla carta, dovrebbe rafforzare la segretaria.

Monia Faltoni, dopo il cosiddetto correntone di Montepulciano, si chiede se sia possibile stare «tutti insieme amorevolmente», una domanda che racchiude in sé tutto lo scetticismo di chi vede nella coabitazione forzata più rischi che opportunità.

«Come ha detto il presidente Bonaccini, oggi ci sono le condizioni per entrare a far parte della maggioranza», hanno affermato alcuni esponenti, una frase che suona più come un calcolo politico che come un’adesione convinta, mentre l’ala dura dei riformisti rimane in attesa, pronta a contrastare la segretaria su scelte ritenute troppo distanti dalla propria visione. editorialedomani +3