Il cervello e le sue cinque età: la mappa che rivela quando cambiamo davvero
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Redazione Salute
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Avere la sensazione che la propria esistenza si articoli in capitoli distinti, con cambiamenti di prospettiva e di priorità, non è una mera impressione soggettiva ma trova ora un riscontro scientifico nella struttura stessa del nostro organo più complesso.
Un consorzio di ricerca internazionale, guidato da studiosi dell’Università di Cambridge e di quella di Boston e coordinato da Alexa Mousley, ha tracciato una mappa inedita dello sviluppo cerebrale dall’infanzia alla vecchiaia avanzata, analizzando attraverso risonanza magnetica di diffusione i cervelli di quasi quattromila individui di entrambi i generi, dai neonati fino ai novant'anni.
Lo studio, la cui portata è stata illustrata sulle pagine di Nature Communications, rivela che la vita neurale non procede con un continuum lineare di crescita e declino, bensì attraverso vere e proprie fasi demarcate da transizioni nette, le quali ridisegnano l’architettura delle connessioni. focus +3
La forma a U invertita della maturità cerebrale
Già nel cervello di un neonato, come evidenziato dai dati, sono riconoscibili i network fondamentali che caratterizzano l’adulto, una base strutturale sulla quale si innesta poi un processo di raffinamento e potenziamento.
La densità e l’efficienza di queste reti neurali, cruciali per l’integrazione delle informazioni e per le funzioni cognitive complesse, aumentano secondo una traiettoria che gli autori descrivono come una “U invertita”.
Questo andamento raggiunge il suo apice, il culmine della maturità e dell’integrazione cerebrale, attorno ai trentadue anni, un’età che può dunque essere scientificamente indicata come il periodo di massimo potenziale.
È in questa fase, che corrisponde grosso modo alla prima età adulta avanzata, che il cervello esprime la sua massima efficienza organizzativa, prima di avviarsi verso una successiva riconfigurazione. focus +3
I quattro punti di svolta che delimitano le fasi
Il percorso delineato dalla ricerca individua con precisione quattro momenti critici, delle vere e proprie soglie che separano cinque distinte età cerebrali. La prima grande transizione si colloca attorno ai nove anni, segnando il passaggio dalla prima infanzia a una fase di sviluppo più strutturata.
Il secondo spartiacque, già menzionato, coincide con il picco di maturità verso i trentadue anni. Successivamente, un ulteriore punto di svolta si manifesta attorno ai sessantasei anni, età che tradizionalmente in molte società coincide con il pensionamento e che neurologicamente sembra aprire una nuova fase di riorganizzazione.
L’ultima transizione significativa è stata rilevata intorno agli ottantatré anni, delineando un’ultima età cerebrale con caratteristiche proprie. supereva +3
Implicazioni e prospettive di una scoperta strutturale
La scoperta di queste fasi non stabilisce semplicemente una cronologia, ma offre una lente attraverso cui interpretare le diverse capacità cognitive, emotive e adattative che caratterizzano i vari decenni della vita.
Comprendere che il cervello si trasformi secondo tappe relativamente universali fornisce un quadro di riferimento solido per studiare sia le traiettorie tipiche dello sviluppo sia quelle atipiche.
La ricerca, nel suo rigore metodologico, si concentra sull’evidenza strutturale emersa dalle neuroimmagini, lasciando ad approfondimenti futuri la piena esplorazione delle correlazioni tra questi cambiamenti macroscopici nelle connessioni e le effettive manifestazioni del pensiero e del comportamento nelle diverse età della vita. ildigitale +3




