L'Europa mette in retro marcia sullo stop ai motori termici, in vista del pacchetto automotive di Strasburgo

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ECONOMIA

Redazione Economia Redazione Economia   -   Secondo indiscrezioni riportate dal quotidiano Bild, che hanno squassato la vigilia dell'annuncio, il nuovo quadro normativo in arrivo da Bruxelles rappresenta un deciso ridimensionamento della roadmap verde per l'industria automobilistica.

L'obiettivo, fissato solo due anni fa, di una riduzione del 100% delle emissioni di CO2 per le autovetture nuove entro il 2035 - misura di fatto equiparabile al divieto di vendita di auto con motore a combustione interna - verrebbe dunque sostanzialmente rivisto, segnando una virata di non poco conto nella strategia del Green Deal.

Tale cambio di direzione, del resto, non giunge inaspettato, poiché maturato in un contesto di crescenti pressioni industriali e di un acceso dibattito politico sui costi sociali ed economici della transizione ecologica. ilsole24ore +3

Le ragioni di un ripensamento

L’ipotesi di un divieto totale, che aveva polarizzato il confronto tra i ventisette, ha ceduto il passo a un approccio più graduale, frutto di complesse mediazioni e della volontà di alcuni governi, fra cui quello tedesco, di tutelare una filiera economica di primaria importanza.

Nei corridoi delle istituzioni comunitarie, infatti, si è fatta strada la consapevolezza che imporre una scadenza troppo rigida avrebbe potuto generare ripercussioni occupazionali eccessive, senza peraltro garantire una diffusione capillare e accessibile dei veicoli a zero emissioni, la cui tecnologia e le cui infrastrutture di ricarica necessitano ancora di tempo per svilupparsi compiutamente.

La proposta che dovrebbe essere formalizzata, pertanto, sposta il traguardo dal divieto alla riduzione, allentando di molto la morsa temporale sulle case costruttrici. motor1 +3

I nuovi termini dell'accordo

Il cuore della nuova posizione europea, come anticipato dalle fonti, consisterebbe nell'abbandonare il taglio totale delle emissioni per stabilire, piuttosto, un obiettivo di riduzione del 90% entro il 2035.

Una soglia ambiziosa, ma che di fatto lascerebbe uno spiraglio alla produzione di autovetture endotermiche, a patto che queste rispettino standard emissivi estremamente severi e, verosimilmente, vengano alimentate esclusivamente con carburanti sintetici o altre soluzioni tecnologicamente avanzate.

Questo compromesso, che alcuni interpretano come una sconfitta per la linea più ambientalista, appare come il tentativo di conciliare le esigenze climatiche con quelle della competitività industriale, rinviando di fatto la scadenza finale per la fine dell'era del motore a combustione a ben oltre il 2040. ilsole24ore +3

Il contesto e le prospettive immediate

La svolta si inserisce in un panorama internazionale in evoluzione, dove la competizione tecnologica con altri grandi attori globali, come la Cina, e le scelte di paesi influenti, a partire dagli Stati Uniti di Trump, che hanno recentemente rivisto al ribasso alcuni obiettivi di elettrificazione, hanno inevitabilmente condizionato le valutazioni della Commissione.

Il pacchetto legislativo atteso per martedì a Strasburgo, dunque, non si limiterà a questo aspetto, ma conterrà anche disposizioni per semplificare la burocrazia e per sostenere la filiera europea delle batterie, in un'ottica di autonomia strategica.

Si tratta, in definitiva, di un cambio di passo pragmatico, che segnala il passaggio da una visione ideale a una gestione più cauta e politicamente sostenibile della transizione energetica nel settore dei trasporti. laverita +3