Screening mammografico, i radiologi italiani chiedono l'estensione dai 45 anni in tutta Italia
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Redazione Salute
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La proposta di anticipare l'età per l'accesso gratuito alla mammografia, portandola a 45 anni in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, acquista nuovo vigore alla luce dei dati che giungono dalla ricerca scientifica internazionale.
Sebbene diverse regioni abbiano già adottato questa soglia, altre mantengono l'invio della lettera d'invito ai 49 anni, creando una disparità di accesso alla prevenzione che i radiologi, assieme alle associazioni di pazienti, mirano a colmare.
L'obiettivo è chiaro: intercettare precocemente la malattia, quando le possibilità di successo terapeutico sono maggiori, in una fascia d'età che i numeri indicano come sempre più coinvolta. repubblica +3
I dati che rivelano un trend preoccupante
Uno studio presentato di recente al congresso della Società dei Radiologi del Nord America, analizzando undici anni di dati in sette strutture di New York, ha infatti rivelato come una percentuale compresa tra il 20 e il 24% di tutti i tumori mammari diagnosticati si sia manifestata in donne di età compresa tra i 18 e i 40 anni.
Questi numeri, che fanno riferimento al contesto statunitense, suonano come un campanello d'allarme e offrono spunti di riflessione per il sistema sanitario italiano, il quale, pur non registrando un'emergenza epidemiologica, osserva un cambiamento nella distribuzione dei casi.
Il messaggio centrale della ricerca è che il carcinoma mammario nelle donne giovani non costituisce più un evento eccezionale e, quando si presenta, spesso assume caratteristiche di maggiore aggressività biologica. ilgiornaleditalia +3
La necessità di criteri che vadano oltre l'anagrafe
Proprio questa evidenza spinge gli specialisti a sottolineare che l'età anagrafica non dovrebbe rappresentare l'unico parametro per definire le politiche di screening.
"Una percentuale significativa dei tumori al seno", hanno osservato gli autori dello studio, "viene diagnosticata in donne sotto i 40 anni, un gruppo per il quale al momento non esistono linee guida di screening universalmente riconosciute".
La sfida, dunque, è quella di trovare un equilibrio tra l'efficacia dimostrata degli screening di popolazione, organizzati per fasce d'età, e la capacità di cogliere segnali che indicano un aumento del numero assoluto di diagnosi in donne più giovani, un dato distinto dalla mera incidenza statistica. sanitainformazione +3
Verso un modello di prevenzione più inclusivo
L'appello dei radiologi italiani si inserisce in questo dibattito, chiedendo di uniformare le procedure su base nazionale ed estendere la fascia protetta.
L'anticipo dello screening, del resto, non risponde a un allarme ma a una precisa volontà di adeguamento alle evidenze scientifiche, che mostrano come una quota fino a un quarto delle neoplasie mammarie venga riscontrata in pazienti under 50.
Garantire a tutte le donne, a partire dai 45 anni, la stessa opportunità di controllo significa lavorare per ridurre quelle disuguaglianze territoriali che ancora permangono e, al contempo, offrire uno strumento in più per affrontare una patologia il cui profilo demografico appare in evoluzione. sanitainformazione +3




