Italdesign passa agli americani di Ust, una transizione che fa rumore

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ECONOMIA

Redazione Economia Redazione Economia   -   La notizia, ufficializzata l'11 dicembre 2025, ha il sapore metallico di un cambio d'epoca: Audi cede la maggioranza di Italdesign alla statunitense Ust, una società tecnologica specializzata in progettazione avanzata e intelligenza artificiale.

L'accordo, in attesa del via libera delle autorità di controllo, ridisegna i contorni di una delle realtà più emblematiche del design mondiale, fondata nel 1968 dalla geniale matita di Giorgetto Giugiaro.

Quella stessa matita che, tra gli altri, disegnò le linee della prima Volkswagen Golf, della Lotus Esprit e della celebre DeLorean, contribuendo a forgiare l'estetica dell'automobile moderna.

La transizione, se da un lato garantisce la continuità operativa con Audi che rimane partner strategico e cliente chiave, dall'altro solleva interrogativi profondi sulla traiettoria futura di un'icona del made in Italy, ora proiettata nella dimensione globale e digitale della Silicon Valley. corriere +3

Una eredità ingombrante e il peso della storia

Il passaggio di proprietà, i cui dettagli finanziari non sono stati divulgati, non rappresenta un semplice trasferimento di quote, bensì il potenziale superamento di un intero paradigma creativo.

L'idea stessa di Giugiaro, basata sul segno umano, sullo schizzo che prende vita nella creta e sulla sapienza artigianale della modellatura, si trova ora a confrontarsi con un orizzonte dominato dagli algoritmi e dalla dissolvenza digitale.

La promessa di stabilità sul breve periodo, per quanto rassicurante, non scioglie il nodo fondamentale: come si concilierà l'anima artistica e manuale di una fabbrica di icone come Italdesign con le logiche scalabili e astratte della progettazione generativa?

È una domanda che riguarda non solo il destino dell'azienda, ma anche quello di un territorio, quello torinese, che in quel know-how ha costruito parte della propria identità industriale. motor1 +3

Il nuovo asse tecnologico e i silenziosi interrogativi

Con Ust che assume il timone e Lamborghini che mantiene una partecipazione rilevante, il baricentro decisionale e culturale si sposta inevitabilmente oltreoceano, verso gli hub dell'innovazione californiana.

Questo nuovo capitolo, presentato come una proiezione verso una dimensione globale, cela in sé la tensione tra due mondi distanti: da una parte la tradizione europea del design, intesa come disciplina artistica con solide radici nella storia della forma; dall'altra la cultura tech americana, che interpreta il progetto come un processo di ottimizzazione, spesso guidato dai dati e dall'elaborazione artificiale.

Ciò che cambia, quindi, non è solo l'azionariato, ma l'intero linguaggio di fondo, il set di strumenti e, forse, l'obiettivo stesso del progettare. La sfida sarà dimostrare che l'integrazione di queste due anime possa generare un valore superiore, e non una progressiva standardizzazione del gesto creativo. corriere +3

Verso un orizzonte ancora da definire

La cessione, in ogni caso, segna un punto di non ritorno, chiudendo simbolicamente l'era in cui il design automobilistico era un'arte applicata saldamente nelle mani di maestri riconosciuti.

Il futuro di Italdesign si scriverà nella capacità di fondere il suo immenso patrimonio di stile e ingegneria con le nuove frontiere della digitalizzazione, in uno scenario dove il partner di riferimento, Audi, osserverà i risultati da una posizione più defilata.

Rimane, come un'eco persistente, l'ombra delle creazioni passate, autentici pezzi di storia che continuano a solcare le strade: monumenti mobili a un'epoca in cui la visione di un singolo uomo poteva ancora dettare il canone della bellezza meccanica per un'intera generazione. Quel tempo, come oggi appare chiaro, è definitivamente archiviato. repubblica +3