Delitto di Garlasco, la difesa Sempio sminuisce la perizia: "Per noi è corretta, ma è una pistola d'acqua"
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Redazione Interno
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Nel groviglio processuale che da anni avvolge la morte di Garlasco, ogni nuovo atto tecnico si carica di significati contrapposti, diventando il campo di una battaglia lessicale quanto giuridica.
È accaduto così per l’ultima perizia genetica, quella affidata alla professoressa Albani, il cui responso ha indicato una compatibilità del DNA rilevato sulla vittima con la linea familiare maschile di Andrea Sempio.
Un dato che, se da un lato è stato accolto dalla difesa come tecnicamente ineccepibile, dall’altro viene volutamente derubricato a elemento di scarso peso probatorio.
Il legale di Sempio, infatti, ha coniato un’immagine destinata a rimanere negli annali della cronaca giudiziaria, paragonando quel referto non a una "pistola fumante" bensì a una "pistola d’acqua", sottintendendo come la sua forza persuasiva possa dissolversi al momento del contraddittorio in aula. ilsole24ore +3
Le dichiarazioni del consulente in laboratorio
Mentre l’udienza del 18 dicembre si avvicina, creando quell’atmosfera di sospensione tipica delle fasi cruciali di un processo, la difesa ha proseguito il proprio lavoro di scavo tecnico.
Armando Palmegiani, consulente del legale, si è recato a Roma per un vertice negli studi della genetista Marina Baldi, un luogo, quest’ultimo, che di per sé evoca l’idea di un sapere specialistico e di analisi condotte lontano dai riflettori.
Incontrando i cronisti, Palmegiani ha usato un tono apparentemente pacato, definendo la perizia "giusta" e "corretta", quasi a voler stemperare polemiche preconcette.
Tuttavia, ha subito dopo annunciato l’intenzione di "andare per le lunghe", esaminando punto per punto la relazione e preparando due controdeduzioni, segno che l’accettazione formale non implica affatto una resa sul piano interpretativo. ilmattino +3
Il caso nella sfera pubblica
La rilevanza mediatica del procedimento è dimostrata dal fatto che i palinsesti televisivi ne fanno regolarmente materia di approfondimento, trasformando questioni tecniche in dibattito pubblico.
Programmi come "Ore 14 Sera", condotto da Milo Infante su Rai 2, dedicano intere puntate a sviscerare gli ultimi sviluppi, portando in studio esperti e offrendo analisi che vanno al di là della mera cronaca.
Questo intreccio tra aula di giustizia e salotto televisivo contribuisce a costruire una narrazione parallela del caso, dove le dichiarazioni delle parti, come quelle rilasciate dal consulente nei laboratori romani, trovano una immediata cassa di risonanza e una platea vastissima, alimentando un interesse che non accenna a calare. ilsole24ore +3
Il percorso verso l’udienza
La strategia difensiva, pertanto, sembra articolarsi su un doppio binario: da una parte, il riconoscimento dell’autorevolezza della perizia commissionata dal tribunale, che evita scontri frontali di natura scientifica; dall’altra, la minimizzazione del suo valore conclusivo, affidando a una metafora efficace – quella della pistola che spruzza acqua invece di fuoco – l’obiettivo di influenzare la percezione dell’opinione pubblica e, forse, degli stessi giudici.
Resta il fatto che tutti gli attori in campo si stanno ora preparando per il confronto in udienza, dove quelle "due domande" annunciate da Palmegiani, sebbene presentate come nulla di particolare, rappresenteranno il cuore del prossimo scontro dialettico, nel tentativo di smontare, o quantomeno di opacizzare, l’evidenza fornita dalla consulenza d’ufficio. ilgiornaleditalia +3




