Ucraina, la guerra totale porta i droni nel Mar Caspio e sulle città russe
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Redazione Esteri
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Mentre sui tavoli dei negoziati, nonostante le dichiarazioni, si continua a cercare una formula per fermare le armi, i belligeranti aumentano il volume di fuoco in una spirale senza apparente controllo, trasformando il conflitto in uno scontro totale che non esclude colpi in terra, cielo e mare.
Nella notte, una delle più imponenti ondate di droni lanciata dagli ucraini ha preso di mira le città russe, con un numero straordinario che supera i trecento velivoli decollati pressoché in simultanea, un'operazione che mira chiaramente a tenere in scacco i centri abitati e a logorare le difese.
Negli stessi minuti, un altro teatro, apparentemente secondario ma strategicamente significativo, è diventato scenario di un'azione senza precedenti. huffingtonpost +3
Il raid nel Mar Caspio: un salto di qualità
Kiev ha infatti rivendicato un raid condotto con droni a lungo raggio contro una piattaforma petrolifera russa situata nel Mar Caspio, un'operazione che i media ucraini, citando fonti dei servizi segreti, definiscono come la prima nel suo genere contro un impianto legato alla produzione di idrocarburi in quella specifica regione.
I velivoli, stando alle ricostruzioni, hanno colpito la piattaforma Filanovsky, di proprietà della Lukoil-Nizhnevolzhskneft, con una precisione che ha bloccato l'attività estrattiva.
Se ne registrano alcuni, di questi attacchi, almeno quattro secondo le prime informazioni trapelate, i quali hanno avuto l'effetto immediato di interrompere la produzione di petrolio e gas da oltre venti pozzi, colpendo un asset economico di rilievo in un'area considerata fino ad ora al di fuori della portata diretta delle offensive. gds +3
La risposta dell'intelligence ucraina
L'emittente ucraina Suspilne, riportando le dichiarazioni di fonti informate all'interno dello Sbu, il servizio di sicurezza nazionale, ha confermato che i droni impiegati appartengono ai reparti dell'intelligence e sono in grado di coprire distanze considerevoli, il che spiega come abbiano potuto raggiungere un obiettivo così distante dal fronte e dal territorio ucraino.
Si tratta, come sottolineato, del primo attacco in assoluto condotto contro le infrastrutture petrolifere russe nel Caspio, un dato che segna un evidente salto di qualità nelle capacità operative e nella volontà di colpire simboli della potenza energetica avversaria.
Il centro operativo speciale Alfa, un'unità d'élite dei servizi, sarebbe stato direttamente coinvolto nell'ideazione e nell'esecuzione della missione, secondo quanto riferito ai media statali di Kiev, i quali hanno riportato la notizia senza aggiungere molti dettagli tecnici per ovvie ragioni di sicurezza. huffingtonpost +3
Le implicazioni di un confine geografico superato
Questa azione, al di là del danno materiale immediato alla piattaforma della Lukoil, rappresenta un elemento di novità assoluta perché sposta geograficamente il conflitto in un'arena nuova, dimostrando una capacità proiettiva che pochi, fino a poco tempo fa, attribuivano alle forze ucraine.
Il Mar Caspio, del resto, non è stato mai toccato direttamente dalle operazioni belliche, e un'incursione del genere lascia intendere che la mappa delle possibili minacce si sia allargata in modo considerevole, con tutto ciò che ne consegue in termini di difesa degli impianti strategici.
La guerra, dunque, non conosce più confini predefiniti, e le azioni notturne combinate – da una parte il martellamento delle città con sciami di droni, dall'altra il colpo chirurgico a un'infrastruttura energetica vitale – disegnano il profilo di un confronto sempre più asimmetrico e totale, dove ogni strumento viene impiegato per infliggere danni e costi all'avversario, sia sul piano militare che su quello economico. oltrelalinea +3




