Performance ospedaliere, un'Italia a due velocità tra eccellenze e criticità diffuse

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Redazione Interno Redazione Interno   -   Il Programma nazionale esiti 2025, il rapporto annuale di Agenas che passa al setaccio la qualità delle cure in ottanta aree cliniche, restituisce un'immagine del Paese dove i meriti individuali si stagliano su uno sfondo di disuguaglianze territoriali ancora marcate.

Se è vero, infatti, che soltanto due strutture su oltre millediciassette valutate – i presidi di Savigliano e di Mestre – conseguono il massimo del giudizio in ogni settore analizzato, il quadro d'insieme conferma la persistenza di un divario, soprattutto tra Nord e Sud, che incide direttamente sulla qualità dell'assistenza erogata ai cittadini.

I dati, che si riferiscono all'attività del 2024, offrono comunque spunti di riflessione positiva laddove evidenziano come singoli reparti o intere aziende, anche in regioni spesso associate a performance modeste, abbiano saputo consolidare percorsi di eccellenza. pr +3

Le luci nelle regioni del Sud

In Basilicata, ad esempio, la consigliera regionale Alessia Araneo ha sottolineato come gli ospedali territoriali, quando adeguatamente supportati, dimostrino piena capacità operativa, respingendo l'idea che possano essere considerati semplici poliambulatori.

"Se messi in condizione di operare al meglio", ha affermato Araneo nel suo intervento, "garantiscono servizi di cura dentro e fuori la regione", un concetto che trova riscontro nei numeri dell'ospedale di Melfi, i cui risultati sono stati definiti frutto del lavoro del personale.

Analogamente, in Calabria, nonostante le criticità del sistema nel suo complesso, l'Azienda ospedaliero-universitaria Dulbecco di Catanzaro ha consolidato le sue buone performance nell'ambito della chirurgia coronarica, distinguendosi come un punto di riferimento in un contesto difficile. vulturenews +3

Il caso emblematico della Campania

La situazione più articolata, e forse più emblematica della bipolarità del sistema, emerge dalla provincia di Caserta, dove lo studio Agenas assegna un bollino rosso, indicativo di criticità, a dieci strutture su sedici.

Questo dato, che da solo racconta di un'offerta sanitaria in forte affanno per una fetta significativa della popolazione, coesiste però con l'eccellenza riconosciuta a realtà come il Pineta Grande, dimostrando come la qualità delle cure dipenda spesso dalla singola struttura e dalla sua organizzazione interna piuttosto che da un indirizzo omogeneo a livello territoriale.

La fotografia scattata dal Pne, in sostanza, evidenzia come il cammino verso un servizio sanitario uniforme sia ancora lungo, segnato da queste isole di buona pratica che non riescono, da sole, a compensare le carenze diffuse. basilicata +3

Il valore di una mappatura nazionale

La pubblicazione periodica del Programma nazionale esiti, al di là delle classifiche, svolge una funzione essenziale nel rendere trasparenti e misurabili i risultati dell’assistenza ospedaliera, fornendo uno strumento di analisi che va oltre le mere dichiarazioni di intenti.

L'analisi delle otto aree cliniche – dal cardiocircolatorio alla nefrologia – permette di identificare con precisione i punti di forza e le debolezze di ogni presidio, offrendo una base di partenza oggettiva per eventuali interventi correttivi.

Ciò che ne emerge, al di là dei singoli casi, è la conferma di un dato strutturale: la geografia della salute in Italia rimane profondamente disomogenea, con i cittadini che, a seconda della provincia in cui risiedono, si trovano ad avere accesso a livelli di cura sensibilmente diversi. corriere +3