Energy drink, otto lattine al giorno e un ricovero per ictus: il caso che fa riflettere

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SALUTE

Redazione Salute Redazione Salute   -   Una pratica quotidiana, considerata da molti un innocuo rito per fare il pieno di energia, può nascondere insidie gravi, come dimostra il caso di un uomo di cinquant'anni, in buona salute e fisicamente attivo, finito in ospedale per un ictus che ha colpito il talamo, un'area cerebrale cruciale per le funzioni sensoriali e motorie.

Il paziente, la cui vicenda è stata documentata sulla rivista BMJ Case Reports dal team della dottoressa Martha Coyle della Stroke Unit dei Nottingham University Hospitals, ha rivelato di consumare in media otto bevande energetiche al giorno, un'abitudine che ha portato il suo Corpo a un carico insostenibile di stimolanti.

Ciascuna di quelle lattine, infatti, conteneva 160 milligrammi di caffeina, il che significa che l'uomo assumeva quotidianamente tra i 1.200 e i 1.300 milligrammi di questa sostanza, una quantità che sfonda il tetto massimo raccomandato di 400 milligrammi e che getta una luce inquietante sulla diffusa sottovalutazione dei prodotti in commercio. oglioponews +3

Il cocktail nascosto oltre la caffeina

Se la caffeina da sola, a dosi così elevate, costituisce già un pericolo per il sistema cardiovascolare, i medici puntano il dito contro la complessa interazione di altri ingredienti presenti in queste bevande, i quali potrebbero amplificarne gli effetti in modo sinergico e pericoloso.

Taurina, guaranà, ginseng e glucuronolattone, infatti, sono componenti comuni il cui mix, secondo i ricercatori, potrebbe potenziare l'impatto della caffeina sul umano, aumentando il rischio di eventi come l'ictus attraverso molteplici meccanismi fisiologici ancora non del tutto chiariti.

L'ipotesi, avanzata nello studio, è che questa combinazione agisca in modo più aggressivo di quanto si potrebbe stimare considerando la sola caffeina, portando a picchi di pressione, alterazioni del ritmo cardiaco e uno stato di iperstimolazione del sistema nervoso che, in casi estremi, diventa terreno fertile per emergenze mediche. qds +3

Un boom di consumo e una pericolosa normalità

Il caso, per quanto estremo nel quantitativo, si inserisce in un contesto globale dove il consumo di energy drink ha conosciuto una crescita esponenziale, diventando una presenza abituale tra adolescenti e giovani adulti, spesso attratti dal marketing aggressivo e dalla promessa di una sferzata di energia immediata.

Queste bevande vengono oggi percepite come prodotti alla portata di tutti, quasi dei semplici soft drink, e consumate senza una reale attenzione alle quantità o alla frequenza, mentre in realtà nascondono un potenziale farmacologico non trascurabile.

La normalizzazione del loro uso, anche in contesti sociali e ricreativi, contrasta con la scarsa informazione diffusa sui reali effetti collaterali, che vanno ben oltre la semplice tachicardia e possono includere conseguenze a lungo termine sull'apparato cardiocircolatorio. oglioponews +3

Dall'allarme clinico alla necessità di consapevolezza

La pubblicazione di questo resoconto clinico non ha il solo scopo di documentare un evento raro, ma di lanciare un monito chiaro sulla pericolosità di un consumo smodato e prolungato, trasformando un dato aneddotico in un campanello d'allarme per la salute pubblica.

Il ricovero dell'uomo, che ha subito un ictus in una regione cerebrale così delicata, rappresenta infatti l'epilogo di una condotta che molti potrebbero considerare solo energizzante, dimostrando come il confine tra uno stimolo accettabile e un danno organico sia più sottile di quanto si creda.

I medici, pertanto, sottolineano l'urgenza di una maggiore attenzione alle etichette e ai quantitativi assunti, poiché i rischi – dall'ipertensione alle aritmie fino agli eventi cerebrovascolari più gravi – sono concreti e documentati, e riguardano anche individui senza apparenti pregresse patologie. sanitainformazione +3