sindaco di Mosca: abbattuti 31 droni, mentre il piano di pace americano è sul tavolo
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Redazione Esteri
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Nella notte scorsa, il cielo sopra la capitale russa è stato nuovamente scenario di un attacco aereo, il quale – stando a quanto dichiarato dal primo cittadino di Mosca – ha visto le difese intercettare e distruggere trentuno velivoli senza pilota diretti verso l’area metropolitana.
L’episodio, che si inserisce in una lunga serie di azioni simili ormai divenute quasi routine da quando il conflitto è cominciato, giunge in un momento diplomatico particolarmente delicato, mentre le cancellerie di mezzo mondo scrutano con attenzione i movimenti attorno al dossier negoziale per porre fine alla guerra, che ha superato ampiamente i mille e trecento giorni di combattimenti. adnkronos +3
La spinta di Trump e la risposta di Kiev
Proprio ieri, mercoledì 10 dicembre, il presidente americano Donald Trump ha ricevuto una comunicazione ufficiale da parte di Volodymyr Zelensky, la quale costituisce la risposta di Kiev alla bozza di accordo discussa in precedenza tra gli emissari statunitensi e i russi.
Trump, che aveva definito “a termini forti” lo scambio telefonico di quaranta minuti avuto nei giorni scorsi con i leader europei Emmanuel Macron, Keir Starmer e Friedrich Merz, ha ribadito con chiarezza la propria posizione, esortando l’Ucraina al realismo e a una chiusura rapida delle trattative, poiché gli Stati Uniti – ha affermato – non intendono “perdere altro tempo” sul dossier.
La trattativa, d’altronde, pare muoversi su un doppio binario, dove alla pressione per un’intesa immediata si affianca la necessità, per il governo ucraino, di preservare la sostanza delle proprie richieste. ilmanifesto +3
I quattro pilastri della controproposta ucraina
La missiva inviata da Zelensky, che non costituisce ancora un piano organico ma piuttosto una base per il dialogo, si articola sostanzialmente su quattro punti cardine, alcuni dei quali rappresentano una novità assoluta nel dibattito.
Il primo, inevitabilmente, riguarda la questione dei territori attualmente occupati, mentre il secondo verte sulle garanzie di sicurezza a lungo termine che Kiev si aspetta dai propri alleati. Il terzo pilastro è dedicato alla immane opera di ricostruzione del paese, distrutto da anni di bombardamenti e scontri.
La novità di giornata, tuttavia, risiede nel quarto punto, dove l’Ucraina fissa come obiettivo esplicito l’adesione formale all’Unione europea entro il 2027, un orizzonte temporale preciso che mira a trasformare la prospettiva di integrazione in un elemento concreto e vincolante del processo di pace, ricalcando in parte, per quanto riguarda la separazione delle questioni sicurezza e alleanze, il cosiddetto “modello coreano”. rainews +3
Il calendario italiano e la ricerca di un equilibrio
Sul fronte internazionale, intanto, proseguono le consultazioni. Oggi è in programma una chiamata tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il segretario alla Difesa americano, un confronto che segue di poche ore le dichiarazioni del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani.
Quest’ultimo, intervenuto in un noto telegiornale, ha precisato che il decreto legge sugli aiuti a Kiev sarà portato in Consiglio dei Ministri “o il 22 o il 29 dicembre”, assicurando che l’impegno finanziario e militare non è in contrasto con la spinta al negoziato.
Ciriani ha tuttavia sottolineato, con una formula che riassume la posizione di una parte consistente dell’Occidente, che qualsiasi trattativa deve condurre a una “pace giusta”, la quale non può e non deve essere imposta al paese aggredito, bilanciando così l’urgenza di un cessate il fuoco con la tutela dei principi violati dall’invasione. askanews +3




