La polemica su una rassegna a Macerata e il dibattito sulla grafica

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Redazione Interno Redazione Interno   -   Un manifesto culturale, quello della rassegna “Letture Maceratesi – Rassegna Esplicita” in programma allo Sferisterio, è diventato il perno di una nuova contesa politica che riecheggia, a distanza di pochi giorni, le tensioni esplose durante la fiera romana Più Libri Più Liberi.

La questione, sollevata con forza da esponenti del centrosinistra, non verte tanto sul contenuto degli incontri, che vedranno la partecipazione di diversi giornalisti e figure note al pubblico, quanto piuttosto sulla veste tipografica scelta per promuovere l’evento.

Secondo una lettura avanzata da Angelo Ventrone, docente di Storia contemporanea all’Università di Macerata, i caratteri utilizzati nell’immagine coordinata richiamerebbero in maniera “indubbiamente” precisa quelli impiegati dalla propaganda del regime fascista, un accostamento che, sebbene limitato all’estetica, ha immediatamente assunto un peso simbolico e politico considerevole. ilrestodelcarlino +3

L'interrogazione e le responsabilità istituzionali

La consigliera comunale del Partito Democratico Ninfa Contigiani, dopo aver definito la grafica come “troppo esplicita”, ha formalizzato la protesta presentando un’interrogazione al sindaco Sandro Parcaroli, chiedendo di fatto conto della scelta di associare lo stemma del Comune, insieme ai patrocini di Regione e Provincia, a un’iniziativa il cui *look* è oggetto di una simile interpretazione storica.

La domanda che emerge, al di là delle posizioni di parte, investe le procedure di valutazione e concessione dei patrocini stessi, un passaggio amministrativo che, nelle intenzioni della consigliera, non sarebbe stato sufficientemente ponderato rispetto alle possibili implicazioni percepibili dalla cittadinanza. ilrestodelcarlino +3

Il festival nel contesto cittadino

L’evento, inserito nel cartellone natalizio “Macerata per Natale” e realizzato in collaborazione con l’amministrazione locale da un’associazione culturale lombarda, si propone come un laboratorio di incontri e dibattiti.

Tra i nomi attesi, figurano quelli di alcuni direttori e giornalisti di testate nazionali, oltre a un coordinatore provinciale di un’organizzazione di destra.

Questo aspetto, unito alla querelle sul manifesto, ha contribuito a infiammare il dibattito, spostando l’attenzione dalle finalità culturali dichiarate della rassegna verso una discussione più ampia sui limiti della libertà espressiva e sulla sensibilità storica, specialmente in un contesto istituzionale. ilprimatonazionale +3

Le reazioni e il dibattito storiografico

La posizione del professor Ventrone, che nel suo intervento ha citato riferimenti precisi come il catalogo della mostra della rivoluzione fascista, ha offerto una base tecnica alla polemica, trasformando una percezione soggettiva in un’asserzione storica verificabile.

Tale giudizio, peraltro, non è stato universalmente accolto, alimentando un contrappunto tra chi vi legge una legittima denuncia di una reminiscenza pericolosa e chi, invece, vi scorge un’instrumentalizzazione politica tesa a delegittimare *a priori* un’iniziativa per la composizione del suo parterre.

Il tutto, mentre l’amministrazione comunale è chiamata a fornire spiegazioni pubbliche in merito a una scelta grafica che, volente o nolente, ha finito per oscurare il programma della rassegna stessa. laverita +3