Gaza, dopo i bombardamenti il gelo: una neonata muore nella tenda allagata

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Redazione Esteri Redazione Esteri   -   L'immagine di quattro bambini e un adulto raccolti attorno a una fiammella, in un disperato tentativo di scaldarsi le mani, sintetizza con cruda efficacia la nuova, atroce emergenza che si è abbattuta sulla Striscia di Gaza.

Mentre un precario e surreale cessate-il-fuoco congela, insieme al terreno, qualsiasi speranza di normalità, è la tempesta Byron a portare un ulteriore supplizio a una popolazione già stremata.

Le piogge intense e i venti gelidi, infatti, hanno trasformato i campi di sfollati in acquitrini fangosi, penetrando nelle tende logore e negli abiti inadeguati di chi, dopo mesi di bombardamenti, si ritrova senza alcun riparo dal freddo pungente. lastampa +3

Il crollo degli edifici e le operazioni di soccorso

Oltre al dramma umano, che si consuma nella penombra delle tendopoli, la furia degli elementi sta mettendo a dura prova anche le strutture già provate dalla guerra.

A Gaza City, almeno tre edifici, precedentemente danneggiati dai combattimenti, sono crollati sotto la spinta dell'acqua torrenziale e delle raffiche di vento, secondo quanto riportato dai media locali.

Le squadre di protezione civile, come precisato dall'agenzia Wafa, sono state impegnate in una corsa contro il tempo, conducendo decine di interventi per far fronte agli allagamenti e al pompaggio dell'acqua, operazioni che includono l'evacuazione di persone e il tentativo di mettere in sicurezza ricoveri di fortuna. infopal +3

La tragedia nella tenda: il racconto della madre

È in questo scenario di desolante abbandono che si inserisce la tragedia della neonata di otto mesi, morta per il freddo nella tenda allagata dove la sua famiglia era costretta a vivere a Khan Yunis, nel sud dell'enclave.

Il racconto della madre, trasmesso dall'emittente Al Jazeera, restituisce l'istantanea di un dolore privato e assoluto, amplificato dall'impotenza: "Continuava a piovere e il freddo peggiorava. All'improvviso ho trovato la mia piccola immobile, morta".

Una testimonianza che squarcia il velo della cronaca, rivelando la dimensione intima e straziante di un'emergenza umanitaria che, passata la fase più acuta dei combattimenti, continua a mietere vittime innocenti attraverso condizioni di vita disumane. tv2000 +3

Un inverno di stenti senza la garanzia degli aiuti

La situazione, già gravissima, è ulteriormente complicata dalla persistente difficoltà nel far arrivare gli aiuti essenziali.

Mentre la popolazione si appresta ad affrontare l'inverno con mezzi del tutto insufficienti, la questione degli approvvigionamenti rimane infatti critica, con Israele che continua a mantenere un ferreo controllo sui valichi di confine.

Questo contesto, in cui la catastrofe meteorologica si somma alla crisi umanitaria indotta dal conflitto, rischia di aprire una nuova, silenziosa fase di sofferenza, dove le persone sopravvissute ai bombardamenti potrebbero non resistere agli stenti di una stagione rigida affrontata senza ripari, cibo e medicine adeguate. radiondadurto +3