L'economia del dato trova casa: i data center trasformano il territorio e Milano punta in alto
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Redazione Economia
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L'immagine più efficace della nuova economia non è più quella delle ciminiere fumanti, bensì quella di edifici anonimi e apparentemente silenziosi, sovente collocati in aree industriali periferiche, che custodiscono al loro interno il vero motore, immateriale ma potentissimo, del sistema produttivo contemporaneo.
È proprio in questi luoghi, caratterizzati da corridoi percorsi da un ronzio costante e da scaffalature tecnologiche che divorano energia, che si alimentano e si sviluppano le applicazioni di intelligenza artificiale, i servizi in cloud e l'intero universo del software, i quali costituiscono ormai il sistema nervoso centrale della nostra quotidianità.
Una rete di infrastrutture critiche, la cui importanza strategica è paragonabile a quella delle reti autostradali o energetiche del secolo scorso, sta quindi ridisegnando la geografia economica del paese, attirando investimenti ma sollevando anche questioni cruciali in termini di sostenibilità e governance del territorio. agenziagiornalisticaopinione +2
Una svolta normativa per superare i colli di bottiglia
Il settore, tuttavia, ha a lungo stentato a decollare in Italia a causa di un quadro autorizzativo farraginoso, dove le competenze erano frammentate tra diversi livelli amministrativi, creando ritardi e incertezze per gli investitori.
La situazione, stando alle indicazioni fornite, è sul punto di cambiare radicalmente con l'imminente introduzione del Decreto Energia, che istituirà un procedimento unico per l'autorizzazione alla costruzione e all'ampliamento dei data center.
Questa misura, attesa da anni dagli operatori, mira a snellire la burocrazia e ad accelerare i tempi di realizzazione delle opere, un fattore decisivo in un mercato globale che evolve a ritmi serratissimi.
Se ne trae la conclusione che il legislatore abbia finalmente riconosciuto la natura di infrastruttura essenziale di questi impianti, equiparandoli di fatto, dal punto di vista procedurale, ad altre opere di pubblica utilità. corrierecomunicazioni +2
La geografia mondiale e la corsa di Milano
A livello globale, il panorama è dominato da una consolidata supremazia statunitense, che detiene, secondo le ultime rilevazioni, circa il 38% degli oltre undicimila data center attivi nel mondo, numeri che sottolineano come il controllo di queste infrastrutture equivalga a un potere geopolitico di prim'ordine.
In questo contesto competitivo, l'Italia, e Milano in particolare, si sta ritagliando un ruolo ambizioso, candidandosi a diventare un hub europeo di riferimento.
La città, infatti, attira già consistenti flussi di capitali, grazie a una posizione geografica favorevole, a una buona connettività di rete e a una concentrazione di competenze finanziarie e tecniche.
La sfida, ora, sarà quella di tradurre questo potenziale in una leadership consolidata, evitando che il ritmo degli investimenti infrastrutturali venga frenato da inadempienze o da una pianificazione territoriale miope. idealista +2




