Bce valuta rialzo tassi già nel 2026, mutui sotto pressione

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ECONOMIA

Redazione Economia Redazione Economia   -   La Banca centrale europea sta segnalando, attraverso le voci dei suoi esponenti più influenti, un potenziale cambio di strategia che potrebbe concludere la fase di stasi dei tassi e aprirne una nuova, contraddistinta da rialzi.

Questo scenario, che fino a pochi mesi fa era considerato remoto, sta guadagnando credibilità tra gli analisti finanziari, i quali, come riportato da Bloomberg, valutano ormai con una probabilità superiore al cinquanta per cento un aumento del costo del denaro già nel corso del 2026.

Gli swap sui tassi, strumenti finanziari che riflettono le attese del mercato, prezzano infatti un inasprimento monetario di circa tredici punti base entro il prossimo dicembre, un segnale che mostra come gli operatori si stiano preparando a un’inversione di rotta della politica dell’Eurotower. fondionline +3

La svolta nel linguaggio dei banchieri centrali

A dare sostanza a queste aspettative è intervenuta, in un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa Bloomberg il 6 dicembre, la posizione della membro del board Isabel Schnabel.

Le sue dichiarazioni, che vanno oltre la mera conferma della pausa nei tagli dei tassi, hanno introdotto pubblicamente l’idea che la prossima mossa dell’istituto di Francoforte possa essere un rialzo, una prospettiva che modifica radicalmente la narrativa ufficiale fino a poco tempo fa incentrata sulla pazienza.

Se da un lato il governatore della banca centrale lituana, Gediminas Simkus, ha affermato che l’inflazione vicina all’obiettivo del due per cento non rende necessarie modifiche ai tassi “non solo nella prossima riunione”, dall’altro il quadro tracciato dalla presidente Christine Lagarde appare più ottimistico sulla salute dell’economia dell’Eurozona, il che potrebbe fornire lo spazio di manovra necessario per future strette. lastampa +3

Le ombre sull’economia reale e i rischi per l’Italia

Questa eventualità, che secondo alcune analisi di società finanziarie come Schroders potrebbe tradursi addirittura in due aumenti consecutivi nel 2027, getta un’ombra minacciosa sull’economia reale, in particolare su quei paesi la cui ripresa appare più fragile.

L’Italia, la cui dinamica del debito pubblico è sensibile ai movimenti dei tassi, si troverebbe infatti di fronte a una pressione aggiuntiva, mentre le famiglie vedrebbero crescere il peso delle rate sui mutui a tasso variabile e di quelli in fase di rinegoziazione.

La preoccupazione per una possibile rinascita dei prezzi, dopo la battuta d’arresto dell’ultimo periodo, sta spingendo i banchieri centrali a valutare con maggiore attenzione ogni dato economico, per scongiurare il rischio di una nuova fiammata inflazionistica che richiederebbe interventi più drastici in seguito. economymagazine +3

Il contesto internazionale e la vigilanza della Bce

La discussione sulla direzione futura della politica monetaria avviene in un quadro globale complesso, dove le decisioni della Federal Reserve statunitense e l’esito delle elezioni presidenziali, che hanno riconfermato Donald Trump alla guida degli Stati Uniti, introducono ulteriori elementi di incertezza.

La Bce, pur mantenendo una linea di apparente attesa, sta dunque preparando il terreno per un possibile cambio di passo, nella consapevolezza che gestire la transizione verso tassi più elevati richiederà una comunicazione estremamente precisa per non destabilizzare mercati e investitori.

La vigilanza resta alta, mentre si attendono i prossimi dati sull’inflazione di base e sulla capacità delle economie di assorbire un credito più costoso senza frenare eccessivamente la crescita. borsaitaliana +3