Il Mimit fissa le regole per il voucher da 150 milioni su cloud e cybersecurity
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Redazione Economia
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Un percorso obbligato, ma dai contorni finalmente definiti. È quello che attende le microimprese, le piccole e medie aziende e i professionisti autonomi che intendono accedere alla nuova misura da 150 milioni di euro destinata ad acquistare servizi di cloud computing e di difesa informatica.
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, infatti, ha ora pubblicato il decreto che stabilisce i criteri di ammissione al bando per i fornitori di tali servizi, senza i quali non sarà possibile presentare domanda per ottenere il contributo.
Una mossa che, se da un lato delinea un quadro preciso per le aziende fornitrici, dall’altro segna un momento cruciale per la digitalizzazione del tessuto produttivo italiano, chiamato ad affrontare minacce sempre più sofisticate. contributiregione +3
I paletti per accedere al finanziamento
Le risorse, la cui domanda potrà essere presentata dal 4 marzo al 23 aprile del 2026, sono destinate a coprire fino al 50% della spesa sostenuta, con un tetto massimo di 20.000 euro a beneficiario e per interventi il cui importo complessivo non sia inferiore a 4.000 euro.
La novità sostanziale, tuttavia, risiede nell’elenco dei fornitori abilitati, che il ministero ha il compito di compilare.
Potranno figurare in questa lista soltanto le imprese in possesso di specifiche certificazioni in materia di sicurezza informatica e di gestione dei dati, requisiti che mirano a garantire standard elevati per servizi considerati ormai critici.
Si parla, tra gli altri, di soluzioni per il cosiddetto "cloud certificato", di firewall di nuova generazione e di strumenti basati sull’intelligenza artificiale per il contrasto agli attacchi cyber. repubblica +3
Un mercato in cerca di garanzie
Questa scelta ministeriale, che potrà apparire come una severa selezione all’ingresso, risponde a un’esigenza di protezione del mercato.
La cronaca nera, purtroppo, offre un triste campionario di episodi in cui la vulnerabilità digitale di aziende, spesso di piccole dimensioni, si è trasformata in un danno economico insostenibile o nello svelamento di dati sensibili; inchieste giudiziarie hanno più volte messo in luce come sistemi di difenza inadeguati possano agevolare intrusioni e furti di informazioni.
Stabilire dei paletti per i fornitori, pertanto, non è un mero adempimento burocratico, bensì un tentativo di alzare l’asticella della qualità e della sicurezza, indirizzando la domanda delle PMI verso operatori che possano offrire garanzie concrete e contrastare, per quanto possibile, la superficialità di chi opera in un settore così delicato. primonumero +3
La sfida della trasformazione digitale
L’iniziativa del Mimit, pertanto, va oltre la semplice erogazione di un contributo a fondo perduto. Si configura come un intervento strutturale che cerca di indirizzare e qualificare il processo di trasformazione digitale di una fetta cruciale dell’economia nazionale.
L’obiettivo sembra essere duplice: da una parte sostenere la spesa delle aziende per tecnologie diventate essenziali, dall’altra creare un ecosistema di offerta più solido e affidabile, dove la parola d’ordine sia certificazione e non solo prezzo.
Rimane ora da vedere quanti operatori riusciranno a superare la selezione e come si comporterà la domanda nel periodo stabilito per la presentazione delle richieste, in un panorama tecnologico che evolve con rapidità e nel quale anche gli strumenti di difesa devono costantemente aggiornarsi. economymagazine +3




