Spalletti e il caso David alla Juve, fra allenamento e parole sibilline
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Redazione Sport
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Poche ore prima del fischio d'inizio contro il Pafos, Luciano Spalletti ha scelto di arginare con una certa cautela, tipica del suo approccio mediatico, le numerose voci che circondano l'avvio di stagione di Jonathan David alla Juventus.
Rispondendo a una domanda sullo stato di forma dell'attaccante canadese, il tecnico ha deviato con un'affermazione generica, dichiarando: "David si è allenato bene? Ho parlato in generale".
Una frase che, seppur apparentemente semplice, assume il peso di una precisazione strategica, quasi a voler stemperare aspettative eccessive o a negare letture troppo puntuali su un giocatore il cui inserimento nel club bianconero è stato tutt'altro che lineare. tuttosport
Un soprannome e una pressione crescente
Arrivato a Torino con l'etichetta di "Iceman", coniata nelle gelide mattinate di Ottawa e consolidata per il suo freddo realismo sotto porta e per un carattere schivo, David ha infatti faticato a trovare da subito la giusta temperatura in bianconero.
I primi mesi, complicati, lo hanno visto spesso in lotta per integrarsi in un meccanismo di gioco che richiedeva adattamento, lontano dalle certezze che lo avevano reso uno dei profili più interessanti del calcio europeo.
Quel soprannome, nato in un contesto quasi mitologico fra i campi ghiacciati del Canada, sembrava perdersi negli ambienti più tiepidi e carichi di ansia dello Juventus Stadium, dove ogni gesto tecnico viene analizzato e ogni periodo senza gol diventa rapidamente un caso. tuttosport
La vittoria sul Pafos come barlume di normalità
In questo contesto, la vittoria per 2-0 sul Pafos in Champions League, sebbene contro un avversario di rango inferiore, ha rappresentato un momento da custodire con cura per il club. Non è stata una prestazione eclatante, ma ha permesso alla squadra di riscoprire una sensazione di normalità competitiva e di continuità dopo la sconfitta precedente.
È in queste partite, che si vincono senza troppi sussulti, che spesso si ricostruisce l'autostima di un gruppo e di un singolo.
La rete siglata da David in quella serata, e il successivo abbraccio con Spalletti lungo la linea laterale, hanno assunto quindi il valore simbolico di un possibile punto di svolta, un'immagine che cerca di scrivere una pagina nuova dopo un inizio faticoso. tuttosport
Il piano del tecnico fra emergenza e potenziale
La gestione del giocatore da parte di Spalletti appare dunque come un esercizio di equilibrio fra l'emergenza contingente, dettata dalla necessità di risultati immediati, e la pazienza necessaria a liberare un potenziale che le statistiche pregresse indicano come considerevole.
Il tecnico, che non ha mai amato gettare i suoi uomini in pasto al giudizio pubblico dopo poche partite, sembra voler costruire attorno a David un percorso progressivo, proteggendolo dalle critiche più facili e insistendo sul lavoro collettivo.
Quell'abbraccio in campo non è stato solo un gesto di congratulazioni per un gol, ma ha rappresentato un chiaro segnale di fiducia pubblica, un modo per trasferire dalla panchina al campo, e da lì agli spalti, la convinzione che il talento c'è e può esprimersi.
Il suo obiettivo, ora, è trasformare quell'episodio in una linea coerente di rendimento. tuttosport




