Accise sul tabacco, l'appello delle organizzazioni alla Ue e i rincari in arrivo in Italia

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ECONOMIA

Redazione Economia Redazione Economia   -   Una coalizione internazionale, che riunisce oltre ottanta realtà operanti nella filiera europea del tabacco e della nicotina, ha sollevato una formale obiezione nei confronti della proposta di revisione della Direttiva sulle Accise del Tabacco, attualmente al vaglio della Commissione europea.

In una missiva indirizzata alla presidente Ursula von der Leyen, al commissario per la fiscalità Wopke Hoekstra e ai ventisette ministri delle Finanze degli Stati membri, i firmatari hanno messo in guardia dalle possibili, e secondo loro gravi, ripercussioni di tipo economico, sociale e sanitario che il nuovo impianto normativo potrebbe generare.

La loro presa di posizione, che arriva in un momento delicato per il settore, sottolinea come una riforma fiscale non ponderata possa finire per incidere negativamente su un intero comparto industriale, senza peraltro raggiungere gli obiettivi di salute pubblica che pure si prefigge, spingendo piuttosto una parte dei consumatori verso canali di approvvigionamento informali o illegali. ilmattino +3

Gli aumenti previsti dalla manovra finanziaria

Parallelamente al dibattito comunitario, in Italia è già calendarizzato un intervento nazionale che andrà a modificare il prezzo finale dei prodotti da fumo.

A partire dal primo gennaio del 2026, infatti, la manovra finanziaria recentemente approvata introdurrà un incremento delle accise, il quale comporterà un immediato rincaro sul prezzo di vendita dei pacchetti.

Si tratta, per il governo, di una leva fiscale di notevole importanza, finalizzata non solo a reperire nuove risorse per erario, ma anche a intervenire – secondo la dichiarata volontà degli estensori del provvedimento – sul piano della prevenzione, tentando di disincentivare il consumo attraverso l'aumento dei costi.

Un meccanismo, questo, che non è nuovo nella storia della tassazione italiana e che spesso suscita dibattiti accesi tra economisti e esperti di politiche pubbliche. ilmattino +3

La struttura progressiva dei rincari

L'aumento non sarà un evento singolo, bensì seguirà una scala progressiva già delineata nel testo di legge. Dopo la prima variazione del 2026, che si stima porterà a un rincaro medio di circa quindici centesimi per pacchetto, sono previsti ulteriori adeguamenti nei due anni successivi, il 2027 e il 2028.

La somma complessiva di questi scatti, calcolata sull'arco del triennio, potrebbe quindi superare la soglia dei quaranta centesimi, un valore non trascurabile che andrà a incidere sulle abitudini di consumo e, di riflesso, sulle dinamiche del mercato legale.

Questi aggiustamenti riguarderanno non soltanto le sigarette tradizionali, ma anche altri prodotti come il tabacco trinciato e le sigarette elettroniche, sebbene con modalità e aliquote differenziate, creando così un panorama tariffario più articolato e complesso da gestire per gli operatori del settore. ilmessaggero +3

Il contesto e le implicazioni pratiche

L'azione del governo italiano si inserisce in un quadro normativo europeo in potenziale evoluzione, il che rende la fase attuale particolarmente instabile per le aziende del tabacco.

La doppia pressione, derivante sia dalle scelte nazionali sia dalla possibile riforma comunitaria, solleva interrogativi sulla futura competitività del mercato regolamentato.

Senza contare che, come accennato nella lettera delle organizzazioni internazionali, esperienze passate in diversi paesi hanno dimostrato come consistenti aumenti fiscali possano talvolta alimentare il contrabbando, un fenomeno criminoso che sottrae risorse allo stato e alimenta circuiti illeciti, sui quali le forze dell'ordine conducono periodicamente operazioni di contrasto i cui sviluppi giudiziari vengono registrati nelle cronache delle procure.

La sfida, quindi, sembra essere quella di trovare un punto di equilibrio tra esigenze fiscali, politiche di salute pubblica e la necessità di preservare un mercato legale e controllato. ilmessaggero +3