Il robot che sente i tessuti: a Negrar i primi interventi con il Da Vinci 5

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
SALUTE

Redazione Salute Redazione Salute   -   La sala operatoria è ormai un territorio familiare per i sistemi robotici, strumenti che, negli anni, hanno affinato la loro precisione millimetrica. Quello che è accaduto all’Irccs Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, però, segna un salto qualitativo ben oltre il semplice affinamento.

Qui, infatti, il futuro della chirurgia mininvasiva ha toccato con mano – è il caso di dirlo – la sua prossima frontiera.

Sono andati a buon fine, con i pazienti già dimessi e a casa, i primi tre interventi italiani eseguiti con il sistema Da Vinci 5, un robot che non si limita a essere un prolungamento sterile delle capacità del chirurgo, ma ne amplifica la percezione tattile.

Le operazioni, condotte in ambito urologico, ginecologico e colorettale, hanno inaugurato una fase in cui il concetto di "sensibilità", fino a ieri esclusiva prerogativa umana, viene integrata in un sistema meccanico di altissima complessità. larena +3

Una rivoluzione che passa dal tatto

La caratteristica distintiva di questa nuova piattaforma, che vanta una potenza di calcolo dichiarata diecimila volte superiore ai modelli precedenti, risiede proprio nella sua capacità di restituire la sensazione fisica dei tessuti.

Attraverso i controller, il chirurgo percepisce la tensione e la pressione esercitate sugli organi, un feedback che trasforma il braccio robotico in un'estensione viva e sensibile della propria mano.

È questo il cuore della rivoluzione: l’operatore, pur stando comodamente seduto alla consolle, non agisce più in un ambiente di relativa "cecità" tattile, ma può regolare la forza della presa o dell'incisione basandosi su informazioni che, prima d’ora, erano precluse alla tecnologia.

Alcuni, parlando del sistema, hanno efficacemente sintetizzato il concetto affermando che permette al medico di «toccare con mano» il paziente, superando quel diaframma sensoriale che separava l’intelligenza clinica dalla pura esecuzione meccanica. ilgazzettino +3

Più che uno strumento, un partner chirurgico

L’integrazione di questa dimensione aptica modifica profondamente il rapporto tra uomo e macchina in sala operatoria.

Il robot, che già garantiva tremori eliminati e movimenti filtrati e amplificati, diventa così un tutt’uno con il professionista in carne e ossa, in una simbiosi che promette di elevare ulteriormente i livelli di sicurezza e di accuratezza degli interventi più delicati.

La sua architettura, peraltro, è stata progettata pensando al domani, essendo predisposta per l’implementazione di programmi di intelligenza artificiale.

Questo aspetto, di per sé, apre scenari ulteriori in cui l’esperienza collettiva della chirurgia mondiale e l’analisi in tempo reale di una mole sterminata di dati potranno affiancare il chirurgo, offrendo suggerimenti o segnalando potenziali criticità durante la procedura stessa. rainews +3

Una base solida per sviluppi futuri

Il successo dei primi tre casi clinici a Negrar, un polo di eccellenza che si conferma all’avanguardia nell’adozione di tecnologie innovative, non rappresenta un episodio isolato, bensì il punto di partenza consolidato per una diffusione più ampia.

L’aver testato il sistema in tre specialità chirurgiche così diverse dimostra, infatti, la sua versatilità e il potenziale di applicazione trasversale. Mentre i pazienti operati hanno beneficiato di un decorso post-operatorio che li ha portati a una rapida dimissione, la comunità medico-scientifica acquisisce un nuovo, potentissimo alleato.

La strada tracciata da questo robot tattile, destinato a trasformare la pratica chirurgica globale, è ora aperta e delinea un panorama in cui la precisione della macchina e la sensibilità esperta del chirurgo fanno finalmente sistema, a tutto vantaggio di chi si affida alle cure di un bisturi sempre più intelligente e, per la prima volta, percettivo. larena +3