Rifiuti elettronici, l'app MyRaee prova a correggere gli errori degli italiani
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Redazione Economia
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La montagna di dispositivi obsoleti o guasti che ogni cittadino contribuisce ad accumulare, superando i sedici chilogrammi pro capite ogni dodici mesi, rappresenta una sfida ambientale che l'Italia non sta affrontando con la necessaria efficacia, dato che meno del quaranta per cento di quel materiale trova una via di smaltimento conforme alle regole.
Gli effetti di questa dispersione, che qualcuno potrebbe considerare marginale, sono invece tutt'altro che trascurabili: le sostanze pericolose, dai metalli pesanti ai gas refrigeranti, possono contaminare il suolo e le falde, mentre gli oggetti interi o le loro parti spesso alimentano circuiti di commercio illegale, i quali prosperano proprio grazie alla disattenzione generale.
Molti, peraltro, compiono scelte sbagliate non per cattiva volontà ma per una scarsa familiarità con i servizi di ritiro, i quali, seppur esistenti, non sempre risultano immediatamente individuabili nel tessuto urbano. ilgiornale +3
Il divario tra sapere e fare
Le indagini condotte periodicamente dai consorzi di settore, tra le quali spicca quella realizzata da Erion in collaborazione con Ipsos Doxa, disegnano un paradosso interessante: gli italiani dimostrano di conoscere le regole basilari della raccolta differenziata, compresa quella per i rifiuti tecnologici, eppure sette errori su dieci nascono proprio da convinzioni radicate ma errate.
Il quadro che emerge è quello di una popolazione informata sulle linee guida generali, ma poco reattiva quando si tratta di tradurre quelle nozioni in azioni concrete, specialmente per gli oggetti di dimensioni contenute; la richiesta che avanza, d'altro canto, è chiara e punta alla massima semplificazione, con punti di raccolta capillari lungo i percorsi quotidiani e una comunicazione che offra un accompagnamento costante verso il corretto conferimento. ilgiornale +3
La risposta digitale dei consorzi
Proprio per colmare questo divario tra intenzioni e comportamenti, i consorzi Ecoped e Ridomus – che fanno parte dell'hub Safe – hanno sviluppato l'applicazione MyRaee, uno strumento che prova a rendere immediato e semplice un gesto altrimenti percepito come complesso.
Sfruttando l'intelligenza artificiale, l'app è in grado di riconoscere il dispositivo di cui ci si vuole disfare semplicemente inquadrandolo con la fotocamera dello smartphone, per poi indicare all'utente, in modo puntuale, le opzioni disponibili per il suo recupero o riciclo, segnalando anche i centri di raccolta più vicini.
Si tratta di un tentativo di rispondere a quella che, secondo l'indagine Swoa del consorzio Erp Italia, è una debolezza diffusa: la preparazione insufficiente al conferimento di oggetti di uso quotidiano come telefoni, caricatori, auricolari e piccoli elettrodomestici, i quali troppo spesso finiscono nel sacco nero dell'indifferenziata. ilgiornale +3
Progetti per un riciclo efficiente
Accanto alle iniziative di educazione e di supporto digitale, procedono i progetti di ricerca per ottimizzare la filiera del recupero delle materie prime. In questa direzione si muove "Valor", un'iniziativa pilota del programma Interreg Italia-Francia Marittimo che coinvolge, tra gli altri, la Regione Liguria e le università di Genova e Pisa.
Il suo obiettivo è creare un modello migliorativo di economia circolare, puntando a un riutilizzo e a un riciclo più efficienti dei materiali contenuti nei rifiuti elettronici, al fine di ridurre la dipendenza da risorse vergini.
Un sopralluogo operativo si è recentemente svolto in una struttura dedicata, dove i partner del progetto hanno potuto valutare le potenzialità di un approccio sistemico che, partendo dalla raccolta, ambisce a massimizzare il valore estratto da quegli scarti che oggi, in gran parte, sfuggono al controllo. lanazione +3




