Bassetti sull'aviaria: «Sarà la prossima pandemia, manca pochissimo al contagio umano»

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SALUTE

Redazione Salute Redazione Salute   -   L'allarme lanciato dall'Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, sull'influenza aviaria non giunge inatteso per il mondo scientifico, che da tempo ne monitora l'evoluzione con una preoccupazione crescente, sebbene spesso silenziosa rispetto ad altri agenti patogeni.

A confermarlo, in termini netti e privi di ambiguità, è Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, il quale, commentando l'alert, ha sostenuto senza mezzi termini che per gli esperti «non c'è nessun dubbio» sullo scenario futuro.

«L'avevamo ampiamente previsto», ha affermato lo specialista, delineando una traiettoria ormai considerata inevitabile, la cui unica incognita rimarrebbe quella temporale.

La questione, dunque, non è più *se* il virus H5N1 possa scatenare una nuova crisi globale, ma semplicemente *quando* deciderà di compiere quel salto di specie definitivo che finora è stato contenuto entro limiti sporadici. corriereadriatico +3

Un virus che si avvicina silenziosamente

Mentre l'attenzione collettiva si è rivolta altrove, il patogeno ha infatti continuato a propagarsi con tenacia, trovando un serbatoio vastissimo nella popolazione aviaria, sia domestica che selvatica.

Questo processo di diffusione, per Bassetti, rappresenta un segnale chiarissimo e preoccupante: il fatto che gli uccelli risultino così «carichi» di virus dimostra, secondo l'infettivologo, che l'agente si sta «sempre di più avvicinando a noi».

Una vicinanza non solo geografica, ma soprattutto biologica, che aumenta le occasioni di contatto e, di conseguenza, le probabilità di un adattamento all'organismo umano.

È questo il passaggio cruciale, quello che trasforma un'epizoozia in una potenziale pandemia, e le condizioni per il suo verificarsi si stanno assemblando con una rapidità che ha spiazzato molte delle previsioni più caute. nurse24 +3

La soglia del contagio interumano

La dichiarazione più perentoria di Bassetti riguarda proprio la tempistica di questo adattamento, che egli definisce imminente. «Manca pochissimo e questo virus sarà trasmissibile da uomo a uomo», ha sottolineato, indicando come il salto epidemiologico sia ormai alle porte.

Tale affermazione si basa sull'osservazione dei trend evolutivi del virus e sui recenti casi di infezione in mammiferi, che fanno da tramite verso l'uomo, suggerendo una capacità del patogeno di mutare per aggirare le barriere tra specie.

Quando questa trasmissibilità diretta si sarà consolidata, il panorama potrebbe cambiare drasticamente, poiché il virus dell'influenza aviaria è noto per poter causare, negli esseri umani, una malattia molto più severa rispetto alle comuni influenze stagionali, con tassi di mortalità storicamente elevati negli sporadici contatti diretti con animali infetti registrati in passato. askanews +3

Piani di risposta e il contesto globale

Di fronte a questa prospettiva, le autorità sanitarie, comprese quelle italiane, stanno mettendo a punto piani di risposta che ruotano attorno a tre cardini principali: la sorveglianza epidemiologica negli allevamenti e nella fauna selvatica, il potenziamento della biosicurezza nelle filiere produttive e la preparazione di strategie vaccinali, sia per il pollame che, in prospettiva, per la popolazione umana.

Questo lavoro di preparazione, però, si svolge in uno scenario internazionale complesso, dove ai dati scientifici si intrecciano a volte polemiche o strumentalizzazioni, come dimostrano alcune recenti proteste contro previsioni giudicate allarmiste, che l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha tuttavia smentito di voler alimentare.

Rimane il fatto, oggettivo e supportato da rilevazioni concrete, che la circolazione virale è intensa e che l'evoluzione del virus H5N1 rappresenta una delle maggiori minacce biologiche per la salute pubblica del prossimo futuro, una minaccia sulla quale la scienza, oggi, non nutre più dubbi. askanews +3