La Costituzione tutela lo sciopero, non il Caos
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La Costituzione tutela il diritto di sciopero, ed è giusto così: è uno strumento fondamentale di democrazia.
Ma nessun diritto è “assoluto” quando impatta pesantemente sugli altri diritti dei cittadini.
Quando i blocchi stradali paralizzano la viabilità, impediscono ai mezzi di soccorso di passare, danneggiano lavoratori, studenti, famiglie e perfino attività economiche, allora si entra in una zona grigia in cui il diritto di pochi va a comprimere quello di molti.
La domanda da porsi è semplice:
lo sciopero può trasformarsi in un atto che crea un danno collettivo?
E se sì, chi tutela i diritti dei cittadini che rimangono ostaggio dei blocchi?

La verità è che lo sciopero deve essere libero, sì, ma regolato in modo da non trasformarsi in una forma di prevaricazione.
Manifestare è sacrosanto, bloccare una città non lo è.
Serve equilibrio: difendere i diritti dei lavoratori senza calpestare quelli di chi ha il solo torto di voler andare a lavorare, a scuola, in ospedale.
In uno Stato civile la libertà non può diventare anarchia.
E quando la protesta crea più problemi che soluzioni, allora qualcosa non funziona più.
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Ufficio Stampa
Walter Pilloni
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