La crisi di Unicoop Etruria: chiusure e timori in Umbria e Toscana

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Redazione Interno Redazione Interno   -   L’atmosfera che precede il Natale è ben lontana dalla serenità per centinaia di dipendenti, i quali si trovano a fronteggiare un futuro lavorativo incerto a causa del piano industriale di Unicoop Etruria.

L’annuncio della dismissione di numerosi punti vendita, definiti non più sostenibili, ha infatti gettato un’ombra pesante su diverse località, creando un clima di preoccupazione che travalica i confini regionali.

In Umbria, dove sono interessati circa ottanta lavoratori distribuiti in dieci negozi, le tempistiche rimangono nebulose, lasciando spazio all’ansia per un epilogo che nessuno si aspettava, specie per coloro che avevano inaugurato con speranze un supermercato di quartiere a San Sisto solo nel 2020.

Una situazione ancor più critica, che rischia di colpire in profondità, si profila per la sede di Castiglione del Lago, mentre il numero complessivo degli esuberi potenziali nell’intera area di competenza della cooperativa sale a centottanta unità. abruzzoweb +3

La protesta sindacale e le reazioni politiche

Le organizzazioni di categoria, tra cui Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, hanno espresso una ferma opposizione al piano, sottolineando come esso scaricherebbe ingiustamente sui dipendenti il peso di scelte strategiche pregresse.

A Grosseto, dove è prevista la chiusura di ventiquattro negozi con un potenziale esubero di trecentoquaranta persone, la protesta si è concretizzata in un presidio, denunciando quello che viene percepito come un trasferimento sui lavoratori dei costi per inefficienze gestionali.

La tensione ha trovato eco anche nelle aule istituzionali, dove i gruppi di opposizione in Consiglio regionale hanno accusato la maggioranza di sinistra di aver voltato le spalle ai cittadini, respingendo la discussione urgente su una mozione presentata per affrontare l’emergenza.

Un atto definito gravissimo, che secondo i consiglieri evidenzierebbe una distanza siderale dalla concretezza dei problemi del territorio. abruzzoweb +3

Un quadro nazionale di difficoltà diffuse

La crisi non si limita alle regioni centrali, ma tocca anche altre zone d’Italia, dipingendo un quadro di fragilità diffuso nel settore. In Abruzzo, la Valle Peligna vive un momento particolarmente nero, segnato dalle già note difficoltà di grandi aziende come Marelli, Sodecia e 3G.

In questo contesto già compromesso, l’annuncio della possibile chiusura del supermercato Coop all’interno del Centro Commerciale “Il Nuovo Borgo” a Sulmona rappresenta un ulteriore, duro colpe per l’economia locale, spingendo i dipendenti verso forme di protesta organizzata.

Lo sciopero indetto per il 18 dicembre è la risposta immediata a quella che viene percepita come una nuova emergenza, capace di aggravare una situazione occupazionale già precaria e di alimentare il timore per il futuro di un’intera area. lanazione +3

Le implicazioni di una riconversione complessa

Il processo di riorganizzazione avviato da Unicoop Etruria, se da un lato risponde a esigenze di sostenibilità economica, dall’altro solleva interrogativi profondi sul modello di distribuzione commerciale e sulla sua tenuta sociale.

La chiusura di negozi di quartiere o di prossimità, alcuni dei quali inaugurati di recente, non è un fatto meramente aziendale, ma un evento che incide sull’assetto urbano e sulla vita quotidiana delle persone, privando i quartieri di un presidio e i lavoratori di una stabilità faticosamente conquistata.

Mentre si attendono sviluppi e chiarimenti sulle reali intenzioni della cooperativa, le proteste e le rivendicazioni sindacali continuano a crescere, segnalando la necessità di trovare un equilibrio tra ragioni di mercato e responsabilità sociale, in un periodo dell’anno che tradizionalmente dovrebbe unire ma che, per molti, rischia di dividere. abruzzoweb +3