Riccardo Muti, tra Premio Ratzinger e l'appello per Cherubini

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Redazione Cultura e Spettacolo Redazione Cultura e Spettacolo   -   Un giorno particolarmente significativo, quello che attende oggi Riccardo Muti in Vaticano, dove il maestro, oltre a dirigere il tradizionale concerto di Natale alla presenza di papa Leone XIV, riceverà il prestigioso Premio Ratzinger, riconoscimento dedicato a chi eccelle nel campo della cultura e dell’arte.

In un’intervista, il direttore d’orchestra napoletano, che si presenterà al pontefice anche nel suo ruolo di direttore musicale emerito della Chicago Symphony Orchestra, ha riflettuto sulla propria spiritualità, maturata in oltre ottant’anni di vita.

«Credo», ha affermato Muti, precisando però di non riferirsi più all’immagine tradizionale del «Cristo biondo, in veste bianca» della sua infanzia.

Oggi, la sua fede si traduce piuttosto nella convinzione che esista un’energia cosmica e spirituale, una forza che pervade ogni entità naturale, dalle piante agli animali fino agli esseri umani, e alla quale le diverse culture attribuiscono nomi differenti, pur indicando un’unica essenza. liberta +3

La musica come ricerca di un significato radicale

Questa ricerca di un senso profondo, che vada oltre le mere forme, caratterizza anche il suo approccio all’arte dei suoni. Come ha spiegato in un colloquio, quando nella carriera di un artista arriva un certo successo e i riconoscimenti si accumulano, può insorgere il bisogno di andare oltre.

La musica, per Muti, non deve ridursi a un mezzo per ottenere applausi in una sala da concerto; deve ambire a una verità più radicale, meno esposta al facile consenso e più legata alla sua intima essenza.

È in questa prospettiva che si colloca il suo costante impegno nel repertorio sacro, visto come veicolo per infondere speranza e lavorare per un futuro di pace, specialmente in un periodo storico segnato da conflitti e tensioni. ilmattino +3

L'appello per il rientro di Cherubini in Italia

Parallelamente all’impegno artistico e spirituale, il maestro non dimentica le sue battaglie culturali in favore del patrimonio musicale italiano.

Proprio in giornate così intense, ha rilanciato con forza un appello alla politica, affinché si adoperi per far tornare in patria le spoglie di Luigi Cherubini, il celebre compositore fiorentino vissuto tra il Settecento e l’Ottocento.

Il sogno di Muti è quello di vedere le spoglie di Cherubini riposare nella Basilica di Santa Croce, a Firenze, e di poter dirigere il suo Requiem in do minore in quel luogo simbolico, magari con l’orchestra e il coro del Maggio Musicale Fiorentino, rendendo così omaggio a una delle figure più importanti della storia della musica. corrieredilamezia +3

Un percorso tra energia spirituale e eredità musicale

Il pensiero di Muti, dunque, si muove su un doppio binario, entrambi fondamentali per comprenderne la statura. Da un lato, c’è una riflessione personale e filosofica sull’esistenza di un’energia universale che tutto lega, una visione che influenza il suo modo di concepire la musica come strumento di elevazione.

Dall’altro, persiste un concreto e appassionato attaccamento alle radici della grande tradizione musicale italiana, di cui Cherubini è un pilastro, e la volontà di proteggerne e valorizzarne l’eredità.

Questi elementi, la spiritualità cosmica e l’amore per la storia della musica, si fondono nel suo lavoro, definendo il percorso di un artista che, anche a questa età, continua a interrogarsi sul senso più autentico del suo mestiere. dire +3