Un mercato del lavoro in controtendenza: meno occupati ma cala la disoccupazione

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ECONOMIA

Redazione Economia Redazione Economia   -   L'ultimo rapporto trimestrale dell'Istat, che analizza i mesi da luglio a settembre, dipinge un quadro del mercato del lavoro italiano per certi versi paradossale e ricco di sfumature, il quale, se da un lato segnala un lieve arretramento del numero di persone che lavorano, dall'altro registra un miglioramento del tasso di disoccupazione, sceso al 6,1%.

Questo dato, che rappresenta un calo di 0,2 punti percentuali rispetto al trimestre aprile-giugno, si accompagna peraltro a un segnale meno positivo, ovvero l'aumento degli inattivi, coloro che non cercano un impiego o non sono disponibili a lavorare, la cui percentuale sale al 33,3%, guadagnando tre decimi. polesine24 +3

Il paradosso statistico tra occupazione e disoccupazione

Il calo degli occupati, stimato in 45 mila unità su base stagionale per un totale di 24 milioni e 102 mila persone, sembrerebbe in contraddizione con la riduzione della disoccupazione, ma la spiegazione risiede proprio nell'aumento parallelo dell'inattività.

Molti di quelli che hanno perso o lasciato un lavoro, infatti, potrebbero essersi ritirati temporaneamente dalla forza lavoro, cessando di cercare attivamente una nuova occupazione e uscendo quindi dalla definizione statistica di disoccupato, la quale include soltanto chi è prontamente disponibile e impegnato nella ricerca.

Un fenomeno, quest'ultimo, che fa riflettere sulle dinamiche più profonde del mercato e sulle scelte individuali, spesso dettate da fattori come la difficoltà di reinserimento o la necessità di dedicarsi ad altre incombenze. ilmattino +3

Le ore lavorate e il segnale positivo dal Mezzogiorno

Altro elemento da considerare, che offre una prospettiva diversa, è la crescita dell'input di lavoro misurato attraverso le ore effettivamente lavorate, le quali sono aumentate dello 0,7% rispetto al trimestre precedente e del 2% su base annua.

Questo dato suggerisce che, nonostante il calo del numero di occupati, l'intensità dell'attività produttiva potrebbe essere cresciuta.

In una nota politica separata, è stato sottolineato come il Sud abbia fatto registrare, su base annua, un incremento del tasso di occupazione dello 0,5%, un risultato definito "storico" e mai raggiunto dall'inizio delle rilevazioni statistiche, il quale, seppur da leggere in un'ottica di lungo periodo, controbilancia parzialmente il quadro complessivo. rainews +3

Il tasso dei posti vacanti e la lettura annuale

Un indicatore di dinamicità, come il tasso di posti vacanti – che misura le posizioni di lavoro per le quali le imprese sono attivamente alla ricerca di personale – si è attestato all'1,8%, mostrando un piccolo incremento congiunturale di 0,1 punti ma una lieve diminuzione di 0,2 punti rispetto a un anno prima.

Guardando i numeri non destagionalizzati, che confrontano periodi omogenei, il tasso di disoccupazione del terzo trimestre risulta stabile al 5,6%, lo stesso valore registrato nei mesi di luglio, agosto e settembre del 2024, indicando una sostanziale tenuta su base annua nonostante le fluttuazioni interne al 2025. vetrinatv +3