Faro della procura sul San Raffaele dopo il caos in terapia intensiva
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Redazione Interno
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Un fascicolo, attualmente privo di ipotesi di reato e di indagati, è stato aperto dalla procura di Milano per dipanare le intricate vicende che hanno sconvolto, tra il 5 e il 7 dicembre, alcuni tra i reparti più delicati dell'ospedale San Raffaele.
L'inchiesta conoscitiva, formalizzata dopo l'acquisizione delle relazioni redatte dai carabinieri del Nas e dalla Squadra Mobile, si propone di ricostruire con precisione la concatenazione di eventi che ha portato a quella che viene descritta come una situazione di grave crisi organizzativa.
La procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano, dunque, ha deciso di avviare le prime verifiche istituzionali su quanto accaduto nel fine settimana di Sant'Ambrogio, quando il terzo piano del padiglione Iceberg, che ospita l'admission room, la medicina ad alta intensità di cura e le terapie intensive, è precipitato nel caos a causa di carenze nell'assistenza infermieristica. editorialedomani +3
L'emergenza nel cuore dell'Iceberg
Le criticità, che hanno avuto un impatto diretto e severo sulla sicurezza delle cure, sono scaturite dalla scelta di affidare il servizio infermieristico notturno di quei reparti a una cooperativa esterna, la quale si sarebbe dimostrata del tutto inadeguata a gestire un'attività così complessa.
La conseguenza immediata, stando a quanto emerso, fu il blocco degli accessi al pronto soccorso e il trasferimento d'urgenza di diversi pazienti verso altri reparti, un'estrema misura dettata dalla palese incompetenza del personale messo in campo.
Quegli episodi, che hanno minato la stabilità operativa di un pilastro del sistema sanitario milanese, non potevano rimanere senza una risposta da parte delle autorità inquirenti, le quali ora intendono accertare ogni responsabilità, sia di natura amministrativa che eventualmente penale, in merito alla gestione dell'appalto e alla vigilanza sull'operato della cooperativa. rainews +3
Il cambio della guardia e la chiamata a Zangrillo
Le ripercussioni di quelle quarantotto ore di disservizio si sono riverberate con immediatezza anche ai vertici dell'istituto.
L'amministratore delegato Francesco Galli è stato infatti sollevato dall'incarico dal consiglio di amministrazione dopo appena sei mesi, una decisione che il gruppo San Donato ha legato esplicitamente alle gravi criticità generate dalla scelta dell'affidamento esterno.
La guida dell'ospedale è passata così all'ingegner Marco Centenari, il quale, tra le sue prime mosse, ha scelto di coinvolgere in modo diretto Alberto Zangrillo, figura storica del San Raffaele.
Il primario di Anestesia e Rianimazione, che riveste anche il ruolo di prorettore all'università Vita-Salute, è stato chiamato a svolgere un ruolo di riferimento per le aree cliniche, in una mossa interpretata come un ritorno alla centralità dell'esperienza medica interna dopo la disastrosa sperimentazione con il personale esterno. editorialedomani +3
Le indagini in corso
Mentre la magistratura milanese prosegue nel suo esame scrupoloso delle carte, acquisendo documenti e valutando i rapporti delle forze dell'ordine, l'attenzione resta alta su un caso che ha sollevato interrogativi profondi sui modelli di gestione del personale sanitario nelle strutture di eccellenza.
L'inchiesta, che al momento mantiene una natura esplorativa, dovrà chiarire le dinamiche che hanno portato a un affidamento rivelatosi fallimentare e a quel collasso, seppur temporaneo, di reparti vitali.
Da una parte c'è il compito della procura di far piena luce sui fatti, dall'altra c'è la sfida per la nuova direzione del San Raffaele di ripristinare una piena e incondizionata fiducia nel suo operato, garantendo che simili cedimenti, con i rischi che hanno comportato per i pazienti, non abbiano mai più a verificarsi. assocarenews +3




