Il prezzo della dolcezza: il panettone stellato diventa status symbol
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Redazione Economia
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Con l'arrivo di dicembre, la ricerca del dolce perfetto per la tavola delle feste si trasforma, per una fetta di pubblico, in una competizione di lusso, dove il panettone, da semplice tradizione milanese, assume le vesti di un vero e proprio oggetto del desiderio.
Non si tratta più soltanto di scegliere un prodotto artigianale di qualità, ma di orientarsi in un mercato in cui la firma di uno chef stellato incide sul prezzo in modo esponenziale, stabilendo nuove gerarchie di gusto, e di costo, che poco hanno a che vedere con la tradizione popolare.
Il fenomeno, che coinvolge nomi celebri della ristorazione, ha creato una categoria a sé, quella del "panettone firmato", la cui valutazione si misura spesso in centinaia di euro, come nel caso della versione speciale da un chilo e mezzo proposta da Niko Romito, la cui cifra raggiunge i centocinquanta euro.
Una cifra che, come spiegato dallo chef abruzzese, viene giustificata dalla centralità del lievito madre naturale, la cui lenta fermentazione sarebbe alla base di una "texture delicata" e di un "aroma inconfondibile". sky +3
La cura artigianale come valore assoluto
Al di là della notorietà dello chef, il vero fondamento di questo mercato d'alta gamma risiede nella meticolosità dei processi produttivi, i quali richiedono tempi dilatati e un'attenzione maniacale agli ingredienti.
L'esperienza degli Olivieri 1882, definiti campioni di destagionalizzazione per la loro capacità di distribuire i lievitati in ogni periodo dell'anno, è esemplare: il loro panettone classico, pilastro dell'offerta, è il risultato di una lavorazione che si estende su quattro giorni, durante i quali il lievito madre vivo viene gestito con oculatezza attraverso numerose fasi.
Questo approccio, che attinge a una ricetta di famiglia, mira a ottenere un prodotto dalla ricchezza bilanciata, dove l'abbondanza di tuorli non compromette l'eleganza finale del sapore, dimostrando come la qualità percepita passi inevitabilmente attraverso il sacrificio del tempo. italiaatavola +3
Torino, laboratorio creativo del lievitato
La città di Torino, in particolare, si è affermata come un vivace laboratorio per la reinterpretazione di questo dolce simbolo, tanto da farne un motivo d'orgoglio regionale.
L'atmosfera natalizia, che nella capitale sabauda sembra anticipare i tempi, è caratterizzata dai profumi di burro, agrumi e cioccolato che emanano dalle pasticcerie, annunciando la stagione dei grandi lievitati.
In questo contesto, il panettone tradizionale è stato fatto proprio e trasformato, diventando il terreno per sperimentazioni che uniscono l'eccellenza delle materie prime alla creatività tipica del territorio, senza per questo tradire la pazienza necessaria nella cura del lievito madre. guidatorino +3
L'offerta stellata tra classico e specialità
L'imbarazzo della scelta, per chi intende regalare o concedersi un'esperienza gastronomica di livello, è dunque tangibile.
Accanto alle proposte classiche degli artigiani storici, si affiancano infatti le creazioni degli chef più celebri, i quali propongono spesso due percorsi: uno più accessibile, dedicato alla versione classica, e uno dedicato a specialità di peso e prezzo elevati.
È il caso, già citato, di Romito, ma l'elenco include molti altri nomi di grande richiamo, ciascuno con la propria filosofia e la propria giustificazione per prezzi che, agli occhi del consumatore comune, possono apparire esorbitanti.
Ciò che li accomuna è la volontà di elevare un prodotto da forno a opera di alta pasticceria, dove ogni componente, dall'impasto alla canditura della frutta, viene ponderata per raggiungere un risultato che ambisce a essere unico. cibotoday +3




