Borse in ansia per Oracle, l'euforia sull'intelligenza artificiale mostra le prime crepe
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Redazione Economia
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L'incertezza serpeggia nei mercati finanziari, mentre l'Europa si prepara a una seduta caratterizzata da una palpabile cautela, con i futures sull'Eurostoxx50 che segnalano un avvio in lieve calo.
La tensione, che affonda le sue radici nelle contrattazioni after hours di Wall Street, è alimentata principalmente dalle deludenti indicazioni fornite da Oracle, colosso statunitense del cloud computing le cui prospettive hanno gettato un'ombra sull'intero settore tecnologico.
Il titolo, infatti, ha perso oltre l'11% nelle negoziazioni fuori orario, una reazione che tradisce le aspettative deluse degli investitori, i quali temono che gli ingenti capitali destinati allo sviluppo dell'intelligenza artificiale non stiano producendo i ritorni sperati in tempi rapidi. investire +3
Il fattore Oracle: previsioni che frenano l'entusiasmo
La società di Austin ha fornito, infatti, previsioni sia sugli utili per azione sia sulla crescita dei ricavi inferiori alle attese del mercato.
L'eps per il terzo trimestre fiscale, che si collocherà in una forchetta tra 1,64 e 1,68 dollari, risulta al di sotto della stima consensuale di 1,72 dollari, mentre l'incremento dei ricavi – stimato tra il 16% e il 18% – non raggiunge il +19,4% che gli analisti si attendevano.
A preoccupare, in un contesto già nervoso, è soprattutto l'annuncio di un ulteriore aumento degli investimenti previsti per il 2026, i quali saliranno di 15 miliardi di dollari rispetto ai 35 già stimati a settembre.
Una mossa che, se da un lato conferma la corsa agli armamenti nel settore, dall'altro solleva dubbi sulla capacità di trasformare queste enormi spese in profitti nel breve periodo, raffreddando quella narrativa euforica che aveva spinto le valutazioni. repubblica +3
Il diluvio di bond e la pressione sui mercati
Questo scenario si inserisce in un quadro più ampio, delineato da un report del Wall Street Journal, secondo il quale da settembre Amazon, Alphabet, Meta e la stessa Oracle hanno emesso obbligazioni investment-grade per quasi 90 miliardi di dollari, una cifra superiore a quella raccolta nei quaranta mesi precedenti.
Quel "gran ballo" dei bond, finalizzato esplicitamente a finanziare le ambizioni nell'IA, aumenta la pressione sui bilanci delle compagnie e, di riflesso, sui listini, creando un legame sempre più stretto tra l'andamento del debito rate e la fiducia nella redditività futura delle tecnologie di intelligenza artificiale.
Una leva finanziaria che, se da una parte accelera gli investimenti, dall'altra rende le società più esposte alle fluttuazioni del sentiment degli investitori. investire +3
I conti che deludono le attese
I numeri trimestrali diffusi da Oracle, relativi al secondo trimestre dell'anno fiscale 2025-2026, hanno dunque confermato questi timori. I ricavi complessivi, pur crescendo, si sono attestati a 16,06 miliardi di dollari, mancando il target di 16,21 miliardi che il mercato si era fissato.
Una delusione, seppur non eclatante in termini assoluti, che assume un peso specifico notevole dopo i toni trionfalistici di pochi mesi fa, quando l'azienda aveva acceso la fantasia degli operatori con la crescita record del proprio backlog cloud.
L'episodio, unito al tonfo del titolo, segna una battuta d'arresto significativa e impone una riflessione più cauta sulla sostenibilità di certi ritmi di spesa, mentre anche la criptovaluta Bitcoin, spesso sensibile agli umori generali del rischio, scivola sotto la soglia psicologica dei 90.000 dollari. repubblica +3




