Olimpia Milano, una lezione di orgoglio al Panathinaikos chiude i conti col passato

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Redazione Sport Redazione Sport   -   Un anno esatto, quasi giorno per giorno, separa la macchia indelebile di un umiliante 103-74 patito sul parquet dell’OAKA di Atene dalla risposta, netta e matura, che l’Olimpia Milano ha costruito tra le mura amiche del Forum.

Quella notte, il cui ricordo deve aver agito da silenzioso propellente, apparteneva in maniera totale a Kendrick Nunn, capace di un career-high da 39 punti con una partenza da incubo per ogni difesa.

Stavolta, in un ribaltamento di ruoli che ha il sapore della rivalsa sportiva più compiuta, a vestire i panni dell’implacabile giustiziere è stato Armoni Brooks, ectoplasmatico in quella lontana trasferta greca e invece decisivo, con 26 punti, nel tracciare la strada per il 96-89 finale.

Una prestazione che, al di là dei numeri, ha rappresentato una dichiarazione di intenti precisa da parte di una squadra che, sotto la guida di Peppe Poeta, dimostra di aver assimilato una lezione dura ma necessaria. corrieredilamezia +3

Il ritmo impresso da Ellis e la risposta di carattere

La partita, che fin dal primo fischio ha mantenuto le promesse di intensità, ha visto Milano imporre subito un ritmo serrato, grazie anche al lavoro di regia di Daniel Hackett, chiamato però a uscire precocemente, e alla conduzione esperta di un altro playmaker, Wayne Ellington, il cui contributo è andato ben oltre il segno sul tabellino.

Quest’ultimo, seppur non esploso in punti, ha gestito con freddezza i possessi cruciali, mettendo in ritmo i compagni e tenendo a bada gli assalti di guardie greche del calibro di Kostas Sloukas, autore comunque di 19 punti.

Sul fronte della reazione ai momenti difficili, si è distinto Nicolò Melli, il quale, dopo un avvio in ombra contro l’energia di Kenneth Faried, ha saputo trovare nel secondo tempo importanti canestri di contropiede e di posizione, contribuendo a mantenere il vantaggio quando il Panathinaikos provava a riacciuffare il sorpasso. quotidiano +3

Il duo letale Brooks-LeDay e la gestione del vantaggio

Il cuore pulsante della vittoria milanese è stato però il duo formato proprio da Armoni Brooks e dall’ala grande Zach LeDay. Brooks, con una serie di tripli pesanti come macigni, ha dato la scossa iniziale, colmando il vuoto lasciato dalla partenza forzata di Hackett e mantenendo alta la percentuale dal perimetro anche nelle fasi più concitate.

Al suo fianco, LeDay ha offerto una prova di forza e intelligenza sotto canestro, risultando inafferrabile nelle transizioni e solido in difesa.

La loro sinergia ha permesso all’Olimpia di allungare in modo decisivo dopo la pausa lunga, toccando un margine di +21 che, sebbene eroso parzialmente nel finale da una naturale reazione avversaria, è sempre rimasto un cuscinetto psicologico sufficiente.

La squadra di Poeta ha infatti mostrato, in quel quarto periodo, una capacità di gestione degli ultimi minuti che in passato era spesso mancata, controllando il cronometro e scegliendo le soluzioni d’attacco con maggiore pazienza. sportando +3

Una vittoria che rilancia la corsa ai playoff

Oltre il risultato singolo, che rappresenta l’ottavo successo in quindici uscite in Eurolega, il valore dell’impresa risiede nel messaggio lanciato.

Sconfiggere una compagine come il Panathinaikos, reduce da un ottimo avvio di stagione e reduce da uno scontro diretto, significa per Milano agganciare saldamente la zona playoff e guardare con rinnovata fiducia al fitto calendario dei prossimi impegni, che prevede il derby italiano e il confronto con altre grandi potenze continentali.

La serata al Forum, prima della temporanea trasferta all’Allianz Cloud, ha dunque restituito l’immagine di un gruppo capace di trasformare un ricordo amaro in energia pura, dimostrando una crescita collettiva che passa dalla difesa aggressiva sui perimetri avversari alla freddezza nei momenti decisivi, elementi senza i quali non si costruiscono ambizioni solide nella massima competizione europea. realolimpiamilano +3