L'Europa inverte la rotta: salvi i motori a combustione, obiettivo emissioni ridotto al 90%
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Redazione Economia
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Dai corridoi di Bruxelles, dove per mesi si è consumato un acceso confronto, arriva una svolta di portata storica che riscrive il futuro della mobilità continentale.
La Commissione Europea, secondo quanto riportato da fonti autorevoli e confermato da dichiarazioni politiche di primo piano, ha infatti deciso di abbandonare il bando totale alla vendita di auto nuove con motori a benzina e diesel a partire dal 2035.
Una linea, quella del divieto integrale, che aveva polarizzato il dibattito tra gli Stati membri e che ora viene sostituita da un approccio più sfumato e pragmatico.
L'obiettivo di una riduzione del 100% delle emissioni di CO₂ per le autovetture nuove viene quindi sostanzialmente rivisto al ribasso, fissando un traguardo di diminuzione del 90%, il che di fatto consentirà la produzione e la commercializzazione di una quota, seppur residuale, di vetture termiche anche dopo la fatidica data. ilmessaggero +3
Le trattative e la posizione tedesca
Lo slittamento di un appuntamento negoziale chiave, previsto per il 10 dicembre, non è stato dunque un semplice rinvio tecnico ma il preludio di una radicale rimodulazione della strategia.
A spingere in questa direzione, con una tenace azione diplomatica, è stata in particolare la Germania, la cui potente industria automobilistica aveva espresso forti riserve sul calendario troppo stringente del phase-out.
Il risultato di queste intense trattative, condotte tra la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il leader del Partito Popolare Europeo Manfred Weber, è stato anticipato dallo stesso Weber, il quale ha confermato l'intesa raggiunta.
Una vittoria politica per Berlino, che è riuscita a imporre una riflessione più attenta alle conseguenze industriali e sociali della transizione, senza per questo rinnegare gli impegni climatici di lungo periodo. quattroruote +3
Un nuovo quadro regolatorio in formazione
La decisione segna il passaggio da una logica di proibizione netta a un sistema di regolamentazione flessibile, che punta al risultato ambientale finale piuttosto che a vietare una specifica tecnologia.
Ciò non implica un arretramento generale sugli impegni per la decarbonizzazione, bensì l'adozione di un percorso che, secondo i promotori della correzione di rotta, tiene maggiormente in considerazione la realtà del parco circolante, lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica e i tempi necessari per l'innovazione tecnologica.
Lasciando un margine operativo alle case costruttrici, che potranno continuare a investire in motori a combustione ad alta efficienza, si intende preservare posti di lavoro e competitività, aspetti divenuti centrali nel dibattito europeo soprattutto alla luce delle pressioni competitive globali. repubblica +3
Implicazioni e scenari immediati
L'annuncio ufficiale della Commissione, atteso a breve e probabilmente già nel corso del 16 dicembre, dovrà chiarire i dettagli tecnici e il nuovo cronoprogramma, incluso il destino della proposta di bando per il 2040 che sembra ormai delimenti superata.
La revisione del pacchetto "Fit for 55", di cui la norma sulle auto a zero emissioni era un pilastro, appare dunque inevitabile.
Questo cambiamento di prospettiva, se da un lato è stato accolto con sollievo da una parte del settore industriale, rilancia comunque la sfida per raggiungere comunque quote elevatissime di veicoli a basse o zero emissioni, spingendo sull'elettrificazione e sui carburanti sintetici.
La transizione ecologica nel settore dei trasporti, di cui tutti riconoscono l'indifferibilità, si avvia quindi a seguire un tracciato diverso, meno lineare ma forse più consono alla complessità della sfida. hwupgrade +3




