Cenare presto d'inverno, quando il metabolismo rallenta, è una scelta che aiuta l'intestino e il sonno

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SALUTE

Redazione Salute Redazione Salute   -   Mentre le giornate si accorciano e il freddo invita a ritmi più cadenzati, l'orario in cui si consuma la cena cessa di essere una mera abitudine sociale per trasformarsi in una variabile cruciale per il benessere fisico.

Anticipare il pasto serale, sebbene possa apparire un'usanza fuori moda o dettata da necessità cliniche, secondo l'immunologo clinico Mauro Minelli, docente di Nutrizione umana, costituisce invece un accorgimento prezioso, specialmente durante la stagione invernale quando l'organismo, seguendo i cicli naturali di luce e buio, tende a rallentare i suoi processi metabolici.

Una scelta, questa, che si discosta dalla tradizione italiana – spesso sospesa fra l'estremo iberico e quello anglosassone – e che impone una riflessione su come gli impegni quotidiani possano influire, non sempre positivamente, sulla salute digestiva e sulla qualità del riposo. open +3

L'influenza del pasto serale sul ritmo naturale del

L'indicazione di consumare la cena nelle prime ore della sera, possibilmente entro le 19.30, non nasce da un semplice capriccio dietologico ma poggia su basi fisiologiche precise, le quali vedono nell'intervallo fra il pasto e il sonno un momento delicato per l'organismo.

Cenare tardi, infatti, costringe il sistema digerente a un lavoro intenso in un momento in cui, per sua natura, dovrebbe invece avviarsi verso una fase di riposo e rigenerazione; una forzatura che, se reiterata, può condurre a disturbi del sonno, a una digestione laboriosa e a un'alterazione dei processi metabolici, con conseguenze che vanno ben oltre la sensazione di pesantezza notturna.

Minelli, nello specifico, sottolinea come questa pratica sia particolarmente vantaggiosa per la salute intestinale, un asse fondamentale per l'intero sistema immunitario, poiché permette all'organo di completare le sue funzioni prima che l'individuo si corichi. sky +3

Una proposta concreta per la cena invernale

Oltre al *quando*, un'attenzione particolare deve essere riservata al *cosa* mangiare, prediligendo alimenti che supportino la digestione e apportino nutrienti essenziali senza affaticare l'organismo.

La ricetta suggerita dall'esperto si muove in questa direzione, proponendo una zuppa di lenticchie rosse decorticate, carattere che le rende più digeribili rispetto alle varietà con cuticola, arricchita da spezie come curcuma e zenzero, note per le loro proprietà antinfiammatorie e digestive.

Il procedimento, volutamente semplice, prevede di sciacquare le lenticchie e cuocerle in brodo vegetale con l'aggiunta delle spezie, per unire infine, quasi a crudo, una manciata di spinacino fresco che conserva così la sua croccantezza e le sue vitamine.

Il tutto condito, a fine cottura, con un filo d'olio extravergine d'oliva: un piatto unico che concentra in sé proteine vegetali, fibre e micronutrienti, ideale per una sera d'inverno. ilmessaggero +3

Oltre la tradizione, una questione di fisiologia

La discussione sull'orario ideale della cena, pertanto, travalica i confini del costume e delle abitudini nazionali per ancorarsi a considerazioni di carattere scientifico, che trovano nella stagione invernale un contesto ancor più motivante.

Se è vero che gli schemi della vita moderna spesso rendono difficile un pasto serale anticipato, è altrettanto vero che riconoscere l'impatto di questa scelta sul metabolismo e sul riposo può guidare verso un compromesso più salutare, magari alleggerendo la cena quando non sia possibile anticiparla.

La proposta culinaria avanzata dall'immunologo si inserisce in questo quadro come un esempio pratico di come si possano coniugare gusto e benessere, senza rinunciare al piacere della tavola ma assecondando, con intelligenza, i ritmi che il segue, inesorabilmente, al mutare delle stagioni e delle ore di luce. foodaffairs +3