Tatuaggi, lo studio: l'inchiostro si accumula nei linfonodi e può indebolire le difese immunitarie

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SALUTE

Redazione Salute Redazione Salute   -   Una nuova e approfondita ricerca, guidata dall'italiana Arianna Capucetti all'Istituto di Ricerca in Biomedicina di Bellinzona e apparsa sulla rivista Pnas, ha rivelato che i pigmenti dei tatuaggi non restano inerti nella pelle.

Gli scienziati, impegnati in uno studio durato sette anni, hanno dimostrato che le particelle colorate, soprattutto quelle dei toni più comuni come il nero, il rosso e il verde, migrano in modo rapido verso i linfonodi, che sono stazioni cruciali del sistema immunitario.

In queste sedi, peraltro, l'inchiostro può rimanere depositato per un tempo molto lungo, anche per anni, dando luogo a un fenomeno di accumulo che era stato a lungo ipotizzato ma non pienamente documentato con tale evidenza.

La scoperta, che getta una luce inedita sulla dinamica degli inchiostri nel Corpo umano, sposta l'attenzione dagli effetti puramente dermatologici a potenziali conseguenze sistemiche. ultimavoce +3

Il meccanismo che altera la risposta immunitaria

Il processo descritto dallo studio è complesso e coinvolge direttamente le cellule preposte alle difese dell'organismo. Una volta giunti nei linfonodi, i pigmenti vengono fagocitati dai macrofagi, cellule "spazzine" il cui compito è di inglobare e neutralizzare corpi estranei.

Tuttavia, queste particelle di inchiostro, soprattutto per la loro composizione chimica, risultano difficili da degradare completamente e finiscono per rimanere imprigionate all'interno delle cellule stesse per un periodo indefinito.

Questa condizione di persistenza scatena una risposta infiammatoria cronica di basso grado, un costante stato di allerta del sistema immunitario che, nel tentativo di gestire un materiale che non riesce ad eliminare, viene sottoposto a uno stress continuo.

Tale situazione, secondo i ricercatori, potrebbe nel tempo portare a un indebolimento delle normali funzioni di difesa, rendendo l'organismo meno efficiente nel rispondere ad altre minacce. livesicilia +3

Le implicazioni per la salute e l'efficacia dei vaccini

Lo studio avanza un'ipotesi che merita ulteriore indagine: la stimolazione immunitaria cronica causata dai pigmenti potrebbe avere ripercussioni anche sull'efficacia delle vaccinazioni.

Il principio su cui si fonda questa possibilità è che un sistema immunitario già impegnato a gestire uno stimolo infiammatorio persistente potrebbe rispondere in modo meno efficace o preciso a un nuovo agente, come quello introdotto con un vaccino.

Sebbene la ricerca non abbia ancora stabilito un nesso causale diretto con l'insorgenza di patologie tumorali, essa offre una base scientifica concreta per comprendere come i tatuaggi non siano una pratica meramente estetica e superficiale, ma un intervento con effetti a lungo termine sull'equilibrio interno del .

La mancanza, in passato, di prove chiare su legami con malattie gravi aveva creato una zona grigia nella quale si muovevano soprattutto percezioni individuali. ultimavoce +3

Un fenomeno diffuso e le domande aperte

La popolarità dei tatuaggi, ormai un fenomeno sociale e culturale trasversale, rende queste scoperte particolarmente rilevanti. Molti, infatti, scelgono di decorare il proprio senza essere pienamente consapevoli dei processi biologici che innescano, spinti spesso da motivazioni emotive o estetiche.

La ricerca svizzera, che costituisce un passo avanti significativo nella comprensione degli effetti a distanza degli inchiostri, non intende creare allarmismi ma fornire dati oggettivi per scelte più informate.

Restano, come spesso accade in ambito scientifico, numerosi interrogativi aperti: quanto incidono la qualità degli inchiostri, le tecniche di esecuzione o le caratteristiche individuali sulla migrazione dei pigmenti?

La risposta a queste domande sarà cruciale per delineare un quadro completo dei rischi e per eventuali sviluppi nella regolamentazione dei materiali utilizzati. corriereadriatico +3