Scienziati svelano il meccanismo dei dolori muscolari da statine, mentre le linee guida chiariscono il ruolo degli integratori
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Redazione Salute
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Le statine, pilastro indiscutibile della prevenzione cardiovascolare globale, portano con sé un paradosso che per anni ha impegnato clinici e ricercatori: la capacità di salvare vite, riducendo drasticamente il rischio di infarti e ictus, si scontra, in una frazione significativa di pazienti, con l'insorgenza di dolori e debolezza muscolare.
Un mistero biologico che ora, grazie al lavoro congiunto di team dell'Università della British Columbia e dell'Università del Wisconsin-Madison, comincia a dissolversi.
I ricercatori hanno infatti identificato il preciso meccanismo fisiologico all'origine di questo effetto collaterale, una scoperta che, mentre getta luce su un fenomeno diffuso, apre potenzialmente la strada a strategie più mirate per gestirlo o prevenirne la comparsa. ilsole24ore +2
Il nodo degli integratori e l'aggiornamento delle linee guida
Proprio la gestione di questi effetti, unita a una diffusa ricerca di alternative percepite come più naturali, ha alimentato un vasto mercato di integratori e nutraceutici promossi per il controllo del colesterolo.
Tuttavia, come sottolineato dal professor Giuliano Tocci, cardiologo dell'AOU Sant'Andrea di Roma, durante un recente talk, le ultime linee guida europee sulle dislipidemie pubblicate nell'estate del 2025 offrono indicazioni chiare.
L'aggiornamento, reso necessario per affinare la stratificazione del rischio individuale, non lascia molto spazio ai dubbi: la maggior parte di questi prodotti non ha dimostrato, negli studi, benefici clinici significativi e spesso non produce neppure cali rilevanti dei livelli di colesterolo LDL, quello considerato più pericoloso per le arterie. ilsole24ore +2
Uso clinico e prevenzione: chi deve assumere le statine
Il contesto in cui si inserisce la scoperta scientifica è quello di un farmaco prescritto a centinaia di milioni di persone.
La loro indicazione principale resta saldamente ancorata a due ambiti: la prevenzione secondaria, per chi ha già avuto un evento come un infarto o un ictus, al fine di scongiurarne un altro; e la prevenzione primaria in individui ad alto rischio cardiovascolare, dove modifiche dello stile di vita come dieta ed esercizio fisico si rivelano insufficienti a controllare i valori.
In questi casi, l'efficacia delle statine nel ridurre la mortalità è talmente consolidata da renderle insostituibili, nonostante gli effetti collaterali, che ora appaiono meno oscuri. thewom +2
Tra evidenze e miti da sfatare
La chiarezza portata dalle nuove linee guida e dalla recente ricerca scientifica serve a orientare meglio sia i medici sia i pazienti.
Da un lato, si smitizza l'idea che esistano alternative "naturali" di provata efficacia paragonabile a quella dei farmaci; dall'altro, si fa luce sulla vera natura di un disturbo che può indurre all'abbandono della terapia.
Resta fermo il principio che la decisione di prescrivere una statina, o di associare un integratore in casi specifici per contrastare eventuali effetti indesiderati, spetta esclusivamente al medico curante, sulla base del profilo di rischio e della risposta individuale.
La nuova comprensione del meccanismo biologico, in ogni caso, rappresenta un passo avanti verso una medicina più personalizzata e consapevole. sanitainformazione +2




